Chiedono un ufficio per le politiche familiari e uno sportello per la famiglia, ma anche una speciale “family card” per l’accesso a tutti i servizi comunali (asili, mense, trasporti, servizi culturali e museali, impianti sportivi) sul modello di quanto avviene in (poche) altre parti d’Italia. Le tariffe poi dovrebbero essere parametrate al “quoziente famiglia”, un nuovo strumento di cui chiedono l’adozione per superare le inique tariffe Isee e fare in modo che l’accesso ai servizi comunali – come pure le tariffe comunali e l’odiata addizionale Irpef – siano parametrati al numero dei figli. Sono soltanto alcune delle proposte elaborate dall’Associazione Famiglie Numerose Sardegna e presentate ai candidati alle prossime amministrative di Cagliari. Chi vuole può cercarli e firmare, impegnandosi – una volta eletto – a cercare di realizzarle. Quello che le Famiglie Numerose chiedono assomiglia molto da vicino ad una rivoluzione, presentata in carne ed ossa in città dal loro fondatore Mario Sberna, arrivato in Sardegna per introdurre il primo confronto – seppure a distanza, e a colpi di fioretto – tra i candidati alla poltrona di primo cittadino del capoluogo.
Ma non finisce qui: con fermezza e gentilezza chiedono la promozione di un piano di edilizia residenziale pubblica, sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, che preveda una consistente riserva di alloggi per nuclei numerosi. E ancora vecchi e nuovi servizi per l’infanzia e la riattivazione della Consulta delle associazioni familiari, passando attraverso un protocollo con la provincia di Trento, da sempre avanti a tutti in Italia nella promozione della famiglia. Richieste semplici, come è semplice di per sé la storia di questa associazione, “nata – ha raccontato Sberna – quasi per caso, dopo una chiacchierata tra due padri al supermercato”, capace dopo 10 anni di far eleggere – allora con la lista Monti – un deputato alla Camera e che conta in tutta Italia più di 18mila famiglie iscritte (in Sardegna volano verso quota 400).
La sensazione è che l’incontro di Cagliari sia un lavoro, proposto a chi ci vuol stare, che semplicemente inizia con le Comunali, ma che – almeno negli intenti – vuole proseguire. Degli aspiranti alla carica di sindaco – quando ancora non c’è l’ufficialità delle candidature – se ne sono presentati solo tre l’altra sera al Search: Zedda, Massidda e Agus (Popolo della Famiglia). Ma questo a loro pare importare poco: conta di più dire e mostrare che la famiglia esiste, regge ancora, ed è un interlocutore importante anche in una città e in una regione come le nostre prime in Europa per tasso di denatalità.
“Non mi basta sentirmi dire che la famiglia è grande – ha ammonito Sberna – Se una cosa è grande, devi mostrarmela. Chiediamo provvedimenti concreti”. Come quelli ottenuti da lui nel mare in tempesta delle dinamiche parlamentari negli ultimi tre anni. Per mamme e papà capaci di portare con sé anche 12 figli a testimoniare la bellezza della famiglia, nonostante le difficoltà, nonostante i prezzi, nonostante tutto. Di reggere una famiglia con un solo stipendio e spesso con l’aiuto della Provvidenza, per dire che fare famiglia è ancora possibile. Ed è anche molto bello. Oggi l’Associazione Famiglie Numerose è una rete solida che in Sardegna – coordinata da Eugenio e Gabriella Lao, avvocato lui, insegnante lei – fa compagnia a tantissime persone, che si sorreggono a vicenda in un’amicizia “nata – direbbe il fondatore – a causa di tanti piccoli fatti che si fa fatica a definire casuali”. (red)
(admaioramedia.it)
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