Sono terminate le operazioni di sbarco dei 781 immigrati arrivati questa mattina al Molo Rinascita del porto di Cagliari con la nave norvegese Siem Pilot. Sono in corso gli accertamenti sanitari (circa trenta i casi di scabbia) ed i tentativi di identificazione, prima della destinazione nelle varie strutture di accoglienza nell’Isola.
A bordo anche undici donne incinte e sei cadaveri, sui quali nei prossimi giorni verranno eseguiti gli accertamenti: le quattro donne potrebbero essere morte per asfissia, schiacciate durante una rissa a bordo, mentre i due uomini sono stati ripescati in mare già deceduti.
Alle operazioni di sbarco, il settimo in Sardegna a partire dal 7 maggio scorso, hanno assistito anche il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, e gli assessori regionali dell'Ambiente, con delega alla Protezione civile, Donatella Spano, e della Sanità, Luigi Arru: “La macchina degli aiuti è ormai rodata e anche oggi abbiamo avuto una grande prova di professionalità e di umanità", ha detto l'assessore Spano. Mentre, Arru ha evidenziato il "buon funzionamento della macchina sanitaria, grazie all’esperienza di questi mesi e tiamo facendo il nostro dovere dinanzi a esseri umani che necessitano di aiuto. Capiamo le preoccupazioni e siamo naturalmente disponibili a un dibattito pubblico sul tema”.
"Siamo davanti ad un'emergenza umanitaria figlia della peggior politica che il Governo Renzi e il Governo Pigliaru continuano a produrre in tema di immigrazione. Stavolta però il bilancio è tragico, perché all'allarme sbarchi si aggiunge la tragedia di sei cadaveri", ha commentato l'eurodeputato del Ppe, Salvatore Cicu, che ha evidenziato “la debolezza politica nella gestione del dramma sbarchi da parte della Giunta regionale”.
“La Sardegna – ha aggiunto Cicu – non può diventare una piattaforma di scalo per i flussi di migrazione del Mediterraneo, peraltro con decisioni calate dall'alto e improvvise. Siamo davanti a veri e propri agguati umanitari che schiacciano il ruolo e la voce delle comunità locali, le nostre amministrazioni comunali ed il mondo del volontariato, mai del tutto coinvolto dal Presidente Pigliaru in questa emergenza. Ci chiediamo se è volontà del Governo regionale proseguire in questa linea dell'indifferenza o iniziare invece a fare sentire la voce dei Sardi che chiedono soluzioni e interventi reali rispetto all'allarme migrazione. Bisogna battersi affinché la nostra Isola non sia lasciata sola ed attivarsi mediante soluzioni concrete a livello europeo. Definire il concetto di ‘Paesi terzi non sicuri’ (zone di guerra) per accelerare il processo positivo delle richieste provenienti da questi Paesi; migliorare ulteriormente il concetto di ‘Paesi terzi sicuri’ (Balcani occidentali) per accelerare il processo negativo delle richieste provenienti da questi Paesi e favorire il loro rimpatrio; considerare l'utilizzo del ‘Visto umanitario’, in particolare per i minori non accompagnati; contribuire alla capacità degli Stati membri di migliorare le loro condizioni di accoglimento in qualità e quantità attraverso il budget Ue. E non ultimo, creare e finanziare centri di informazione e accoglimento in particolare nel Nord Africa”. (red)
(admaioramedia.it)
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