Nonostante parecchi attivisti e simpatizzanti del Movimento cinquestelle isolano, non solo dissidenti, ritenessero che l’ex sindaco di Assemini Mario Puddu, ritiratosi da candidato governatore per i noti problemi giudiziari, dovesse essere sostituito dal primo dei non eletti alle ‘regionarie’ Luca Piras, i vertici nazionali pentastellati hanno, dato retta ai parlamentari eletti in Sardegna e disposto la scelta del sostituto con una nuova votazione.
Le ‘puddarie’, consultazioni celebrate in tutta fretta a luglio per incoronare un candidato iper-predestinato, sono state quindi annullate, dopo essere state comunque deludenti rispetto alle aspettative dei vertici, posto che il vincitore annunciato ne era uscito depotenziato dal notevole astensionismo, oltre che dal discreto e inatteso successo di Piras, docente universitario secondo alcuni in odore di ‘dissidenza’ (era ritenuto vicino all’ex senatore Cotti, nonostante le smentite di quest’ultimo) e comunque dotato di un’autonomia di giudizio non così comune in casa pentastellata.
La tesi dell’ala dominante della dirigenza pentastellata sarda, nella quale spicca la deputata cagliaritana Emanuela Corda, ha furbescamente avuto la meglio, dopo che da alcuni parlamentari era stata adombrata la soluzione della designazione di un nuovo candidato ‘dall’alto’ senza votazione degli iscritti. Forse hanno avuto un ruolo anche le indiscrezioni di stampa, che davano come probabile la designazione di candidati ‘esterni’ già politicamente connotati e difficilmente compatibili con l’impronta post-ideologica del M5S, come il chirurgo Antonio Macciò, ex candidato dell’Udc,e il docente universitario Andrea Pubusa, ex consigliere regionale del Pci.
Comunque, la nuova votazione, disciplinata da regole assurde (che, per esempio, escludono chi si era precedentemente candidato al Consiglio regionale benché non inserito nelle liste), dopo la rinuncia a candidarsi del consigliere comunale sassarese Maurilio Murru, potrebbe sembrare tagliata ‘su misura’ per un fedelissimo della Corda, il funzionario della Città Metropolitana di Cagliari Francesco Desogus, che guarda caso, immaginando che Puddu non sarebbe uscito ‘sano e salvo’ dalle vicissitudini processuali, non si era proposto come consigliere regionale. Desogus, che da tempo ha annunciato di volersi candidare, si è intanto ‘messo ben in mostra’ per aver lanciato la protesta del M5S sardo contro una discussa delibera del Consiglio regionale sul versamento di contributi previdenziali per pensioni integrative dei consiglieri, sfociata in una manifestazione sotto i portici del Consiglio a cui hanno preso parte i deputati Corda e Cabras, fedelissimo sostenitore di Puddu, a cui aveva ‘prestato’ anche il proprio addetto stampa.
L’esito delle nuove ‘regionarie’ è quindi già scontato? Se così fosse, sarebbe difficile comprendere la logica dei grillini isolani, che, reduci da un enorme consenso ottenuto alle ultime elezioni politiche, sembrano giocare a perdere con la possibile scelta di un candidato governatore pressoché sconosciuto e con l’evitabile conferma delle debolissime liste per il Consiglio regionale. Al riguardo, alcuni dissidenti pentastellati forniscono una chiave di lettura abbastanza lineare: “i vertici locali del Movimento, pur di accentrare nelle proprie mani il potere evitando di condividerlo con soggetti di sensibilità diverse o dotati di eccessiva autonomia di giudizio, preferirebbero rimediare cocenti sconfitte elettorali”. Come sembrerebbero confermare le scadenti performance del M5S isolano nella maggior parte delle elezioni comunali, dove, all’infuori di Assemini e di qualche altro comune fortunosamente conquistato, i consensi pentastellati sono generalmente deprimenti rispetto agli elevatissimi score fatti registrare alle politiche: a Cagliari, per esempio, il 42% delle politiche è arrivato appena due anni dopo il deprimente 9,2 % alle elezioni comunali.
Caesar
(admaioramedia.it)