Il vicepremier e capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, nel disperato tentativo di farsi notare, ha chiesto a gran voce, per giorni e giorni, le dimissioni del sottosegretario leghista alle Infrastrutture, Armando Siri, indagato per corruzione, senza aver ancora ricevuto neppure un avviso di garanzia, inducendo il presidente Conte a prospettarne la revoca in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri.
Eppure in Sardegna, dove il capo pentastellato non è mai stato seguito da folle oceaniche, si sono usate ben altre premure nei confronti di un altro ‘illustre’ pentastellato: l’ex sindaco di Assemini, Mario Puddu, che sognava di diventare presidente della Regione prima di essere disarcionato da una condanna in primo grado per abuso d’ufficio. Oggi, mentre al sottosegretario Siri è negata anche la possibilità di attendere il previsto ‘faccia a faccia’ coi Pm di Roma, l’estate scorsa Di Maio non fece una piega quando Puddu si candidò alle ‘regionarie’, e le vinse (come ampiamente previsto…), pur essendo già stato richiesto il suo rinvio a giudizio. Fu sollecitato, con calma olimpica, un rito abbreviato, che si celebrò ad ottobre e si concluse con la condanna. Al netto di qualche patetica lettura ‘complottista’ da parte di alcuni grillini troppo zelanti, ci fu l’inevitabile ‘passo indietro’, gabellato dai pentastellati come atto meritorio benché forzoso, e, considerato il rigido ‘codice etico’ grillino, ci si aspettava che l’ex sindaco asseminese venisse allontanato o, quanto meno, messo in disparte. Niente di tutto ciò. Oltre a gironzolare per le redazioni dei quotidiani e delle televisioni, tra dibattiti e interviste, in qualità di ‘dirigente’ del Movimento 5 Stelle a tutti gli effetti, nonostante le proteste di tanti attivisti e simpatizzanti pentastellati, Puddu, che già lo scorso gennaio si è concesso una passeggiata pubblica a Sassari col ‘puro e duro’ Di Maio, questo sabato, in occasione di un evento elettorale previsto ad Assemini, accoglierà sicuramente in pompa magna il suo capo politico, ormai destinato alle piccole piazze per porsi al riparo da figuracce, come quella sperimentata nel Capoluogo.
Anche se l’attuale posizione di Puddu, privato cittadino privo di mandati elettorali ma non di carichi pendenti, è diversa da quella del sottosegretario Siri, sul piano del potere effettivo le distanze vengono a sfumare, dato che l’ex sindaco di Assemini, quale coordinatore della campagna elettorale pentastellata, ha concorso a ‘designare’ ben nove parlamentari, ‘cooptati’ da Di Maio nei collegi uninominali senza passare per le ‘parlamentarie’: cosa ne sia uscito fuori, tra deputati-velisti e aperti simpatizzanti del regime comunista di Maduro, è chiaro a tutti. Mentre continua ad essere così incredibilmente ‘tollerante’ nei confronti di un condannato in primo grado, Di Maio, che ha da tempo sostituito i programmi con gli attacchi e le invettive, invece di criticare con troppa fretta la maggioranza che governa la Regione Sardegna, potrebbe riflettere sugli errori, anche suoi, che hanno ridotto i pentastellati sardi, dopo aver conseguito il 42% dei voti alle Politiche del 2013, a non toccare palla in occasioni delle scorse elezioni regionali. Prima o poi, l’onda lunga delle Regionali, che in tutta Italia vedono trionfare l’alleato-nemico Salvini assegnando al M5S percentuali in crollo costante, potrebbe diventare uno tsunami nazionale, soprattutto ora che in tanti hanno capito come coerenza ed onestà non possano essere patrimonio indiscusso dei grillini.
Caesar
(sardegna.admaioramedia.it)