Spenti i sogni di gloria regionale dalla marcia trionfale del centrodestra, guidato dal leader sardista Christian Solinas, per l’ex aspirante governatore, attuale sindaco di Cagliari, Massimo Zedda è tempo di intonare la canzone del ‘compagno’ Gino Paoli “cosa farò da grande”. Giunto a uno snodo politico-esistenziale assai delicato, date le incerte prospettive della sinistra, deve decidere per quale carica optare: consigliere regionale (come già dal 2009 al 2011) o sindaco (ancora per due anni), essendo incompatibili.
In occasione della conferenza stampa tenuta ‘a caldo’ dopo la sconfitta (lunedì 25 febbraio), Zedda non è stato del tutto chiaro, annunciando che intende discutere il problema con la sua maggioranza al Comune di Cagliari. Il risultato della propria coalizione in città, rimarcato dal Sindaco cagliaritano, si presta a una duplice lettura: potrebbe significare la persistenza della legittimazione come sindaco (a differenza del collega sassarese, Nicola Sanna, candidato ‘bocciato’ alle regionali nella lista del Partito democratico e dimessosi dopo il successo della coalizione di centrodestra anche nella sua città) oppure, anche in caso di sua opzione per la Regione, vi sarebbe una buona possibilità di ‘riconquistare’ Cagliari, perciò potrebbe valutare di andare subito ad elezioni comunali anticipate.
L’opzione del Sindaco di Cagliari dipenderà da più fattori che si intrecciano: la carica di primo cittadino del Capoluogo regionale dà maggiore visibilità di quella di consigliere regionale, per giunta di opposizione, ma c’è anche da considerare che, alla scadenza nel 2021, non potendosi candidare per il terzo mandato per il Comune di Cagliari, Zedda si troverebbe politicamente (e non solo) ‘senza arte né parte’. Perciò, nei prossimi cinque anni, il banco dell’opposizione dell’Aula regionale gli darebbe maggior respiro, per riprogettare la propria carriera politica o la propria vita.
Bisogna anche considerare il fatto che aver portato al 33% la sua coalizione ha fatto drizzare le antenne nel centrosinistra nazionale, disperatamente alla ricerca di una ‘formula’ che gli consenta quanto meno di sopravvivere in vista di tanti anni all’opposizione, non solo a Roma al cospetto del governo ‘gialloverde’, ma soprattutto in giro per l’Italia al cospetto di un redivivo centrodestra a guida leghista, che da qualche mese non perde un colpo. In un simile contesto, Zedda potrebbe fare un pensierino a ‘cosa fare da grande’ e ‘studiare’ da leader nazionale. In quale veste provvisoria di maggiore visibilità non è dato sapere, seppure forse la più appropriata sarebbe quella di sindaco di una grande città. Sicuramente, ora che la strada, per la prima volta nella sua carriera politica, si è fatta decisamente in salita, gli toccherà ponderare le sue mosse con cautela e adeguata riflessione. Ha ben presente la fine che ha fatto un suo recente amico, Matteo Renzi, nel cui solco si è mosso a lungo finché era d’uopo, perciò sa bene come si può sprofondare dall’altare nella polvere in poco tempo.
Caesar
(sardegna.admaioramedia.it)