Il presidente uscente della Regione, Francesco Pigliaru, non ha certamente governato come un’aquila, ma, restando in tema di volatili, eccelle nel ‘gioco dell’oca’, unitamente al suo aspirante successore Massimo Zedda, che vorrebbe far credere di cascare dalle nuvole rispetto a cotanta eredità politica, come se soffrisse di un complesso di Edipo politico.
Questo suggerisce anche l’ormai pluridecennale vicenda dell’ex ospedale Marino a Cagliari, che, dal lontano 1982, era stato trasferito dai locali dell’ex “Colonia Dux”, ritenuti fatiscenti, in quelli del vicino hotel Esit “Golfo degli Angeli”, snobbato dai turisti, per il quale dopo trent’anni è stata deliberata dal Consiglio regionale (marzo 2018) e dal Consiglio comunale di Cagliari (25 gennaio scorso), la trasformazione in albergo. E’ facile nutrire qualche dubbio sulla bontà di tale scelta, visto che i precedenti relativi all’hotel Esit, al netto dei sogni del vicesindaco metropolitano Fabrizio Marcello (convinto che basti la ‘riqualificazione’ del Poetto ad attirare i turisti), non depongono bene. Specie nel momento in cui, con la definitiva rinuncia all’ippodromo a coronamento della lugubre trasformazione del lungomare in una pista di atletica di impronta tardo-sovietica, la struttura potrebbe rivelarsi una ‘cattedrale nel deserto’ turistico sardo, considerato che esistono già alternative molto più funzionali per il turismo congressuale vagheggiato da una candidata zeddiana al Consiglio regionale, l’assessore comunale al Turismo, Marzia Cillocu.
Si arriva a questo epilogo dopo che la Regione, a trazione Partito democratico (esattamente come la coalizione che sostiene Zedda nella corsa verso Villa Devoto), nel 2017 revocò la concessione tormentosamente attribuita da una sentenza del Consiglio di Stato a una società toscana che voleva attribuire all’edificio una destinazione d’uso conforme a quella originaria, come clinica ortopedica di alto livello, ma che non avrebbe onorato alcune clausole essenziali del disciplinare. Un altro successone, dopo quello dello stesso bando che a ciò diede origine, indetto quando la Regione era guidata da Renato Soru (altro esponente Pd) e conclusosi con una “non aggiudicazione”. Si gira intorno all’ex ospedale Marino da decenni e neanche la sbandierata capacità amministrativa delle due amministrazioni di sinistra (per la prima volta presenti contemporaneamente in Regione ed in Comune negli ultimi cinque anni) ha fatto il miracolo. Se non in fantasia: sempre nel 2017, Francesco Agus, il consigliere regionale eletto nelle liste di Sel (stesso ‘ex partito’ del sindaco Zedda), aveva proposto di coprire lo ‘scempio’ con un telo, uno sforzo ‘immaginifico’ degno di Hollywood.
I tempi di attuazione, considerata la radicale ristrutturazione che sarà richiesta da locali ormai in rovina, ed il successo economico dell’iniziativa restano nell’immaginazione di chi l’ha pensata. Di sicuro, invece, il suo avvio, annunciato con una certa tempestività preelettorale, che sta diventando una consuetudine fastidiosa di questo candidato, non coprirà con alcun ‘telo’ metaforico le brutture del degrado goduto per decenni dai Cagliaritani, grandemente propiziato da tante giunte regionali, compresa quella verso la quale Zedda cerca di millantare, a chiacchiere, discontinuità politica. Peraltro, nelle liste del Pd, suo primo sostenitore, oltre all’impopolare assessore della sanità, Luigi Arru, c’è anche la collega responsabile del turismo, Barbara Argiolas, che è stata anche assessore comunale del turismo proprio della giunta Zedda a sublimazione del più granitico continuismo tra Pigliaru e Zedda.
Caesar
(admaioiramedia.it)