A pochi giorni dalla sua ufficializzazione, il candidato del centrodestra a sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, espressione di Fratelli d’Italia, deve fare i conti con gli scarsi argomenti di un mondo di sinistra che non ha più niente da dire. Così, qualcuno ha pensato bene di ripescare dai meandri di Facebook una foto di quattro anni fa, che riprendeva Truzzu ad una manifestazione del gruppo delle “Sentinelle in piedi”, fortemente mobilitato a difesa della famiglia naturale, contro il Ddl del parlamentare del Partito democratico, Ivan Scalfarotto, che, sulla base di uno schematismo illiberale, puntava a sanzionare la cosiddetta omofobia in termini ambigui e insidiosi per la libera manifestazione del pensiero.
Truzzu si è difeso attaccando, rivendicando all’indirizzo dei fenomeni da baraccone della rete (che lo avevano tacciato di intolleranza o di essere portatore di visioni medievali, addebito mutuato dal repertorio del grillino Di Maio) il pieno diritto di esprimere le proprie opinioni, attaccando i sedicenti tolleranti che “ti girano attorno contromanifestando e insultandoti”, ricordando il principio volterriano della tolleranza (“Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu sia libero di esprimerla”) e dichiarandosi “intollerante alle polemiche inutili”, tanto da richiamare gli avversari politici a pensare a Cagliari e ai tanti problemi irrisolti mai affrontati dalla Giunta di centrosinistra. Il minimo sindacale, dato che ai sinistrorsi che per otto anni hanno amministrato il Capoluogo sardo, il sistematico patrocinio dei “Gay pride”, l’esposizione a sproposito di bandiere ‘arcobaleno’ fuori dal Municipio e analoghe amenità non hanno impedito di lasciare in eredità una città avvilita: solo per citare alcuni ‘lasciti’ dell’ex sindaco Massimo Zedda, da una crisi nera del commercio, da una gestione della viabilità assolutamente catastrofica e da una situazione della nettezza urbana davvero incommentabile.
Per i ‘compagni’ gli ideologismi sono un ottimo pretesto per evitare di occuparsi dei problemi reali, o per occuparsene, impuniti, in modo del tutto sconnesso alle reali esigenze della gente comune. Del resto, pur di schivare un confronto serio e reale con gli avversari politici, è necessario inventarsi qualcosa, oltre il vecchio arnese dell’antifascismo, non ‘sentito’ dalla popolazione e anche fonte di disaccordo tra le stesse varie anime della sinistra, non tutte disposte a fare da compagni di strada degli estremisti abusivi del centro sociale “Sa Domu”, tollerato per anni da Zedda e dalla sua Giunta.
Perciò, nella convinzione bacata che chi difende la famiglia naturale debba essere, per forza, un omofobo e non abbia il diritto all’autodifesa da leggi potenzialmente liberticide è partito l’attacco scomposto di qualche ‘pettegolo’ alla tastiera. Che per la sinistra cittadina sia difficile confrontarsi nel merito vista la pesantezza dell’eredità zeddiana è pienamente comprensibile, e che addirittura l’ex assessore al commercio, Marzia Cillocu, da candidata sindaco alle primarie del centrosinistra abbia criticato aspramente le modalità di gestione della raccolta differenziata ‘porta a porta’, che sembrava essere il ‘fiore all’occhiello’ della gestione Zedda, la dice lunga.
Tentativi di buttare la palla in tribuna assolutamente inutili, dato che chi gira intorno ai problemi sostituendo le proposte per la loro risoluzione con le chiacchiere fuorvianti provoca una grande irritazione negli elettori. Già a Zedda è stata impartita in tal senso una sonora lezione dagli elettori sardi (come non ricordare gli accenni alla dieta per il suo avversario Solinas) ed è ragionevole ritenere che la sua ‘erede’ comunale Francesca Ghirra, vincitrice delle ‘primarie’ in perfetta continuità col suo predecessore, ne sia consapevole. Altrimenti, anche lei, non potrà che riceverà una sonora lezione elettorale, insieme agli intolleranti democratici, mascherati da tolleranti, che abituati ad accusare chiunque non la pensi come loro, a cominciare dal candidato sindaco del centrodestra, vorrebbero impedire agli avversari politici di esprimere legittime opinioni.
Caesar
(sardegna.admaioramedia.it)