Il Movimento 5 stelle, che Beppe Grillo ha proclamato essere “né destra né sinistra”, giunto al potere in ‘società’ con la Lega, mostra comunque ingombranti radici rosse. Come, per esempio, si evince dal curriculum emblematico del neoeletto sardo Pino Cabras, storico dirigente regionale dei giovani comunisti (in quei formidabili anni Ottanta in cui ne era segretario l’attuale presidente Sogaer, Gabor Pinna), del quale si erano perse le tracce, fino a ritrovarlo quale assiduo collaboratore di Giulietto Chiesa, storico corrispondente del quotidiano “L’Unità” da Mosca, vicinissimo a Putin e ‘penna’ dell’organo ufficioso del governo russo “Sputnik News”.
Cabras, attivissimo sul web, difendeva conseguentemente la linea del Cremlino contro gli Stati Uniti di Barack Obama e i suoi fiancheggiatori sinistrorsi, avventurandosi perfino nel tentativo, mal digerito da molti suoi antichi ‘kompagni’, di comprendere Donald Trump, e a quanto pare – anche se la voce non ha avuto conferme certe – attivandosi per chiedere finanziamenti per l’acquisto di una frequenza televisiva da parte dell’emittente filorussa “Pandora Tv”. L’ex dirigente dei giovani comunisti non riuscì comunque, nel 2014, ad essere eletto nell’aggregazione paraindipendentista “Sardegna possibile” guidata dalla scrittrice Michela Murgia, una specie di Saviano ‘in salsa sarda’, che, orgogliosa antifascista, difficilmente avrà apprezzato la strenua difesa che Cabras fece, in un articolo ripreso dal blog di Beppe Grillo, della controversa decisione del M5S di associarsi, nel Parlamento europeo, col padre spirituale della Brexit, Nigel Farage, per i ‘kompagni’ nient’altro che un fascista.
Sta di fatto che l’ex senatore Roberto Cotti, che, forse più coerentemente, chiedeva che il M5S si associasse ai Verdi, non è stato neppure ricandidato, mentre Cabras si è guadagnato il gradimento degli ambienti grillini ed è stato eletto alle ultime politiche nel più blindato dei collegi uninominali istituiti in Sardegna da una legge elettorale demenziale, ammorbidendo notevolmente, forse in omaggio alla linea più realista del re del leader pentastellato Di Maio, le sue posizioni nei confronti della Nato. Qualche giorno fa la sociologa Lilli Pruna, già esponente della disciolta Sel, con non poca faccia tosta ha invitato gli eletti di ‘sinistra’ del M5S – oltre a Cabras, sicuramente il neosenatore Gianni Marilotti, presenza molto frequente nella vecchia sezione “Lenin” del Pci cagliaritano – a negare la fiducia al governo presieduto da Giuseppe Conte sui “diritti civili”. Al riguardo, Cabras ha fornito una risposta evasiva, evidenziando in modo allarmante che sui sedicenti diritti civili ci sarebbe una “maggioranza ben chiara” in Parlamento che impedirebbe qualsiasi regressione. E’ ben fondato, conoscendo i grillini il timore che ci si riferisca a possibili ‘maggioranza variabili’ coi ‘sinistri’ del Pd e di Leu su questi temi, magari per approvare lo ‘ius soli’ (misura particolarmente gradita all’ala più comunisteggiante del Movimento) e per sabotare le politiche sull’immigrazione caldeggiate dal leader della Lega e neoministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Invero, tra i parlamentari sardi del M5S, i ‘sinistrorsi’ certificati non sono solo Cabras e Marilotti: si pensi al neosenatore sassarese Mario Perantoni, con sicuri trascorsi (candidato alle Provinciali sassaresi del 2010) nei “Comunisti Italiani” di Oliviero Diliberto, ma anche alla deputata Emanuela Corda: molte fonti le attestano pregresse simpatie e frequentazioni tra l’area indipendentista e la sinistra, e di sicuro lei non si è distinta per aver caldeggiato un’energica opposizione all’amministrazione ‘rossa’ di Zedda. Molti elettori del M5S sono orientati a destra, in conformità col clima generale che si respira nel Paese, e forse tanti votanti sardi, puntando sul ‘giallo’ grillino, hanno involontariamente scelto il ‘rosso’. Se così fosse, avranno comunque modo di far capire con chiarezza come la pensano alle Elezioni regionali prossime venture.
Caesar
(admaioramedia.it)
2 Comments
Lilli Pruna
Non ho invitato nessuno a fare niente: mi sono interrogata sul loro disagio, solo questo. Quale sarebbe la faccia tosta?
CAESAR
Lo sbocco logico della questione che Lei ha posto sembrava proprio quello di invitare i parlamentari di sinistra del M5S a non dare la fiducia a un governo la cui piattaforma, a suo avviso, non è compatibile coi suddetti valori.
“Faccia tosta” perché è proprio la sinistra che non ha saputo trattenere persone come Cabras e compagnia e oggi sembra fuori luogo piangere sul latte versato.