La notizia della paventata esclusione della Brigata Sassari dalla parata del 2 giugno ai Fori Imperiali per la Festa della Repubblica aveva determinato alcune rimostranze ufficiali, ma soprattutto tantissime proteste dei sardi che sui social hanno gridato la loro rabbia per questa inspiegabile decisione. Proteste che hanno sortito, insieme a qualche pressing autorevole, il loro effetto: la banda della Brigata sfilerà regolarmente a Roma con una ridotta partecipazione di soldati (per l’impegno nella Missione Unifil in LIbano) in divisa storica.
“L’immagine della Brigata dei sardi va in Libano, peccato che l’Italia invece non la vuole a Roma come accadeva da 16 anni in testa alla sfilata del 2 giugno – così aveva commentato su facebook, prima del contrordine romano, Gianfranco Scalas, storico portavoce dell’Esercito e della stessa Brigata nelle missioni in Somalia, Balcani ed Iraq – Chi dobbiamo ringraziare? Io lo immagino. Meno si ha attenzione ai sardi della Sassari più hanno voce coloro che hanno l’idea di chiudere la Brigata, magari facendola diventare Granatieri di Sardegna. A pensare male talvolta ci si azzecca. Ma questo lo dico da anni nel silenzio”.
Lo stesso Scalas ha poi pubblicato un messaggio ricevuto da un ‘sassarino’ in missione in Libano, a riprova che la notizia era già arrivata anche lontano dai confini nazionali: “Mi reputo ancora un piccolo sassarino al decimo anno di servizio, alla seconda missione e ora onorato di portare alto i nostri colori bianco e rosso qui in Libano, non ci abbattiamo se non ci vogliono alla parata. Il lavoro più grande per l’Italia e per l’Esercito Italiano lo stiamo facendo ogni giorno qui in missione e in Italia impiegati nell’operazione strade sicure, come i nostri nonni e antenati. Spero che i nostri comandanti apprezzino ciò che facciamo è come lo facciamo, fa male non esserci ma ci faremo riconoscere anche non sfilando ed è un onore leggere tutti i commenti della gente che ci porta nel cuore. Forza Paris”. (red)
(admaioramedia.it)