“Sono molto dispiaciuto per questo risultato – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, commentando il risultato del referendum che porterà la Gran Bretagna fuori dall’Unione europea – La Gran Bretagna, con la cultura che rappresenta, è ingrediente essenziale di un’Europa democratica, aperta, coesa. Tutti conosciamo il ruolo che questo Paese ha avuto e l’enorme sacrificio che ha dovuto affrontare per difendere i valori della democrazia nel nostro continente. La scelta di uscire dall’Unione è un segnale che ritengo profondamente sbagliato, ma chiaro e forte. Questa Europa deve cambiare il modo di pensare alla propria unità e alla maniera in cui l’unità stessa può essere un valore per i cittadini. L’alternativa sono le tante piccole patrie, esposte a continue occasioni di conflitto, che pensavamo di avere definitivamente consegnato al passato”.
Anche Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, è convinto che l’attuale modello europeo sia in crisi ed abbia aggravato il declino economico e sociale dei Paesi europei: “Lo abbiamo denunciato da tempo, il sogno dell’Europa dei Popoli, che ha animato la nostra generazione, è stato sostituito dall’incubo di un’unione dei burocrati e dell’alta finanza, con un’invasività patologica sulla sovranità nazionale e su quella popolare. E’ sconcertante che, mentre Cameron rassegna le dimissioni, in Italia tornino alla carica gli integralisti alla Monti e alla Prodi, che rappresentano l’emblema dell’Europa che non vogliamo. Invitano sempre ad evitare baratri immaginari, predicano attenzione e cautela per poi gettare il Paese in precipizi di cui neppure si vede il fondo. Non è un caso se la ‘loro’ eurolandia sia vista con diffidenza da chi ha sempre guardato con favore all’Europa unita. Occorre riconfigurare il sistema, stabilire un riequilibrio a favore della sovranità nazionale e monetaria, ma questo, per quanto riguarda l’Italia, non può che passare attraverso una riscoperta della sovranità popolare e il superamento di una fase di stallo della democrazia che vede in Renzi, dopo Monti e Enrico Letta, il terzo presidente del Consiglio nato solo da giochi di palazzo e in spregio al voto democratico”.
Da Bruxelles fa sentire la sua voce l’europarlamentare del Ppe, Salvatore Cicu, che ha invitato ad un cambio di rotta doveroso sulle politiche di governo europeo: “Il risultato che giunge dalla Gran Bretagna ci induce ad una riflessione politica urgente che non possiamo più rinviare. Con l’esito del referendum britannico l’euroscetticismo ha raggiunto oggi una soglia di consenso populista che non possiamo più affrontare disgregati in singole voci, ma sviluppando un’idea di Europa nuova, che sappia incontrare i territori, le città, le persone. Un’Europa che avvicini, non che allontani. All’euroscetticismo dobbiamo rispondere con l’euro-certezza, l’euro-fiducia. Un contropensiero, un movimento coeso e diffuso, che si regga su un sistema europeo nuovo, sul piano sociale, economico, politico. Se oggi esce la Gran Bretagna immaginiamo allora cosa accadrebbe in Paesi come la Francia, come l’Italia o come la Spagna, dove gli euroscettici ed il populismo continuano a conquistare spazi di opinione pubblica enormi. Dobbiamo combattere il pericolo di questo crescente nazionalismo populista. Va affrontato quanto il voto chiede: i negoziati di uscita della Gran Bretagna dovranno essere rapidamente conclusi entro il termine di due anni come definito dal Trattato di Lisbona. Non ci può essere alcun trattamento speciale per il Regno Unito. Il popolo britannico è stato chiaro”. (red)
(admaioramedia.it)
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Maria Soave
INTANTO I SECESSIONISTI SONO SOTTO I RIFLETTORI: A LORO UN ” AUGURISSIMO “.