Si rafforza la collaborazione della Regione con le due Università della Sardegna nella gestione del patrimonio immobiliare regionale, con l'obiettivo della valorizzazione e del riuso dei beni immobiliari statali dismessi o in corso di dismissione, nel governo del territorio e nella riqualificazione del paesaggio, attraverso attività integrate di formazione ed assistenza tecnica e di accompagnamento.
"Negli ultimi anni, la Regione ha acquisito circa 9.000 unità catastali di vario genere (beni militari, delle ferrovie, quelli risalenti alle vecchie bonifiche e gestiti dalle Agenzie agricole, oltre a una grande quantità di cespiti), con una distribuzione abbastanza omogenea in tutta l’isola – ha ricordato l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu – Parliamo di abitazioni, terreni, magazzini, carceri, depositi, caserme, addirittura chiese: oltre alla grande quantità, in molti casi emerge una pregevole qualità architettonica. Eppure, non sono mai stati oggetto di un piano strategico di riutilizzo. Questa Giunta ha un’idea di sviluppo che coinvolge enti locali e privati, nonostante i bandi avviati di recente dalla Regione per l’alienazione di una serie di beni siano andati deserti”. Ha poi annunciato i prossimi interventi: “Razionalizzazione dell’organizzazione e del personale dei servizi Demanio e Patrimonio; adeguamento della normativa regionale; ricognizione straordinaria del patrimonio immobiliare e implementazione di un applicativo gestionale a caratterizzazione geografica; definizione del piano di valorizzazione e governance territoriale. Verranno messe a punto specifiche iniziative, anche di carattere progettuale e strategico per recupero, riuso e rifunzionalizzazione di una parte importante degli immobili di pregio da tempo inutilizzati”.
Per quanto riguarda, invece, la ricognizione dell’immenso patrimonio militare dismesso nell’Isola, il direttore generale dell'Assessorato degli Enti locali, Antonella Giglio, ha ricordato che grazie ad un tirocinio di due laureande presso il Servizio Demanio e Patrimonio è stata elaborata una mappatura in formato digitale che consentirà di programmare azioni integrate in luogo dei singoli interventi e questo tipo di censimento potrebbe essere allargato anche ad altri beni, dismessi in epoche precedenti. (red)
(admaioramedia.it)
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