BELVI’, La scuola abbandonata arriva in Consiglio regionale. Assessore Cardia e genitori: “Chiediamo che venga valorizzata”

29 Febbraio 2016

Una struttura in ottimo stato alimentata energeticamente da un impianto fotovoltaico. All’interno dei suoi due livelli, aule multimediali, una mensa dotata di cucina e persino la biblioteca al piano terra, collegato al vicino Centro di Aggregazione sociale, con la disponibilità di teatro e ludoteca. All’esterno un ampio cortile, si apre sull’anfiteatro comunale trovando nel lato opposto un rinnovato campo da calcetto. Ma è un plesso scolastico chiuso ormai da mesi. E’ il triste quadro della scuola primaria eco-sostenibile di Belvì, un modello di eccellenza, che rischia di finire nel dimenticatoio. Infatti, meno di un anno fa, la scuola è stata soppressa per “mancanza di numeri” (unico caso in Provincia di Nuoro), restando per diverso tempo pressoché inutilizzata. Un provvedimento devastante nei confronti di Belvì, che vedeva nel presidio una speranza di crescita futura per la propria comunità e l’intera zona. Obiettivo andato in fumo, a causa dei continui tagli ai servizi territoriali, che rischiano di causare una sempre maggiore emigrazione verso le grandi città e l’estero. Sembrano essere diventati un miraggio anche i mini-bus promessi ai Comuni, vittime delle soppressioni scolastiche.

“Non è purtroppo un caso isolato e come nelle altre occasioni gli amministratori comunali si sono trovati soli a fronteggiare l'ira dei concittadini per la scuola chiusa, non avendo ricevuto risposte valide e giuste giustificazioni dalla Regione – sottolineano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Gianni Lampis e Paolo Truzzu, che sul tema hanno presentato un'interrogazione all'assessore Firino – L'Assessore, oltre a non aver garantito la consegna del bus, non ha rispettato l'impegno di effettuare un sopralluogo con i tecnici dell'Assessorato per valutare lo stabile della scuola, incontrando gli amministratori del Comune barbaricino”.

Nel centro montano, intanto, continua ad essere forte il dissenso di amministratori locali e rappresentanti dei genitori: “Si tratta di una sconfitta, rientrante fra la serie dei numerosi tagli subiti dal nostro territorio – spiega Valeria Cardia, assessore comunale ai servizi sociali – Sulla soppressione pesano anche i mancati accordi con i centri limitrofi. E’ triste dover constatare, che i piccoli comuni non vengano difesi dalle istituzioni regionali e statali per il loro ridotto numero di abitanti. Penso che la Regione debba venire incontro alle esigenze del nostro centro, che sostiene dei costi non indifferenti per il trasporto dei bambini in altre scuole. Il tanto atteso mini-pullmino è difatti un nostro diritto. Auspico che in seguito all’interrogazione in Consiglio regionale, l’Assessore fornisca delle adeguate riposte. Chiediamo che venga garantita almeno la presenza di una scuola di diverso grado in ogni comunità, ma soprattutto che la nostra venga valorizzata e non affossata.”

Anche i genitori aspettano risposte concrete: “Il provvedimento rappresenta un fallimento, non solo per Belvì, ma per l’intero comprensorio zonale. La scuola primaria locale merita di essere salvaguardata. Qui, i bambini possono studiare in un ambiente spazioso comodo, beneficiando di una serie di fattori degni di nota. Sarebbe fondamentale, che ogni Comune mantenga almeno una scuola di diverso ordine e grado. Dinanzi a questa situazione, ci dovrebbe essere una maggiore unione, evitando le inutili divisioni campanilistiche capaci di non produrre alcun beneficio. Solamente la coesione potrà essere la salvezza della Barbagia. Ci aspettiamo un intervento significativo da parte dell’assessore Firino.”

Giorgio Ignazio Onano