Sembra ormai prossima all’ufficialità l’indicazione del nuovo presidente dell’Autorità portuale della Sardegna. A chiudere anche gli ultimi dubbi residui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio, in visita nei giorni scorsi in Sardegna in occasione di un convegno al Forte Village di Santa Margherita di Pula, dove l’esponente del governo Gentiloni ha annunciato la fine delle verifiche e la sua scelta definitiva, senza tuttavia fornire anticipazioni ufficiali per una questione di «rispetto istituzionale», dal momento che in base alla recente riforma la decisione compete sì al Ministro, ma d’intesa con il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru.
Con ogni probabilità a essere nominato a capo dell’Authority sarà l’attuale assessore regionale dei Trasporti Massimo Deiana, il concorrente più accreditato negli ultimi mesi al prestigioso incarico, nonostante le forti resistenze di natura politica sul suo nome da parte di ampi settori isolani dello stesso Partito democratico, la formazione di appartenenza dell’Assessore. Resistenze da addebitare, secondo i bene informati, agli aspri giochi di potere tra correnti della formazione renziana nell’Isola, mentre sembrano non avere influito in alcun modo nella scelta le rimostranze tutt’altro che immotivate di chi ha sollevato da subito una questione di conflitto di interessi in capo a Deiana tra il nuovo incarico istituzionale di presidente e quello politico di provenienza.
Quale che sia la scelta ufficiale, il compito del nuovo presidente si annuncia quanto mai impegnativo e cruciale per le sorti di un settore determinante dell’economia isolana come quello delle infrastrutture portuali e delle relative attività collegate: attività legate a doppio filo con la vita, l’economia e le strutture logistiche dell’entroterra isolano, per un’attività capace di determinare il funzionamento del traffico merci e passeggeri, di quello crocieristico, della pesca e della nautica da diporto, senza trascurare l’importanza strategica del traffico transhipment e dell’attività petrolchimica industriale. Un groviglio di nodi e di difficoltà con cui sarà chiamato a fare i conti proprio il prossimo presidente dell’esordiente Autorità di sistema, il nuovo organismo chiamato a sostituire nel governo degli scali le vecchie Autorità portuali. Un presidente che avrà il compito di guidare per la prima volta tutti gli scali dell’Isola, da Cagliari a Olbia, da Portoscuso-Portovesme a Porto Torres, da Sant’Antioco a Santa Teresa di Gallura e Golfo Aranci, in ossequio alla decisione del governo Renzi di sopprimere l’Autorità portuale di Olbia promuovendo quella di Cagliari a sede regionale unica di gestione dei porti isolani. Una scelta che in tanti in Gallura non hanno ancora compreso e men che meno digerito.
In ogni caso, la nomina porrà fine agli oltre 45 mesi di commissariamento dell’Authority di Cagliari, spegnendo il lungo corollario di polemiche, proteste e recriminazioni per uno stallo divenuto via via ogni giorno di più insopportabile. Uno stallo contro cui nei giorni scorsi aveva alzato la voce la Federazione nazionale degli agenti marittimi, allarmata dalla situazione di incertezza negli scali ancora privi di una guida istituzionale: Gioia Tauro, Palermo e Trapani, e Cagliari. Scali d’importanza strategica per l’Italia e il Mediterraneo, eppure trascinate da imperdonabili logiche settarie nel gorgo di una paralisi che nessuno ha più voglia di tollerare.
Nicola Silenti
(admaioramedia.it)