Il califfato del terrore, più noto come Isis (Islamic State of Iraq and Syria), chiamato dagli arabi Daesh, sarebbe finanziato dal Qatar. La notizia, lanciata dall’autorevole giornale britannico The Guardian, non è certo freschissima, ma è stata ripresa in un articolo di Giuliano Balestreri apparso ieri su Repubblica.
Il pezzo racconta uno scenario planetario sostanzialmente diviso in due emisferi: “Gli Stati arabi con una mano finanziano gli estremisti islamici, con l’altra investono senza badare a spese in Occidente”. Tra gli affari, ovviamente, sono citati anche quelli che, se portati a termine, trasformeranno la Gallura in una specie di emirato vista mare nel cuore del Mediterraneo. “I governi occidentali – si legge su Repubblica – alle prese con debiti fuori portata sono alla ricerca di investimenti esteri e di materie prime. L’Italia ne è un fulgido esempio. Il fondo sovrano del Qatar ha una capacità di spesa di 130 miliardi di dollari e una passione smisurata per il made in Italy”.
Così se a Roma il presidente del fondo Katara Hospitality compra il gioiello di via Veneto, The Westin Excelsior, a Milano il fondo sovrano acquista tutti i grattacieli di Porta Nuova, a Firenze il Four Season e ancora a Roma il Saint Regis, diventa inevitabile la citazione dei business galluresi. Il Qatar, come sanno anche le pietre, sono “pronti a correre in aiuto dell’Aga Khan investendo nella compagnia aerea Meridiana e rilevando la Costa Smeralda. Nei loro interessi figurano anche i terreni dell’ex San Raffaele dove sorgerà il nuovo ospedale di Olbia: un’operazione da 1,2 miliardi di euro”. Si vedrà. Per ora siamo ancora alla telemedicina.
Nell’articolo, giusto per dare ancora un po’ di sostanza all’attrazione fatale dello stato arabo per il nostro Paese, si scorre l’elenco degli affari sui quali i qatarioti hanno messo il cappello: “Gli interessi in Italia però non si limitano all’immobiliare e al turismo. Dopo l’uscita dal capitale di Dubai, Doha è diventato il primo azionista della Borsa di Londra, che dal 2007 ha rilevato Piazza Affari. La prima acquisizione di grido porta il nome della maison del lusso Valentino rilevata nel 2012 dal fondo Permira per 700 milioni di euro. Pochi mesi dopo, a ottobre, l’allora premier Mario Monti tornò dal Qatar con in tasca l’accordo per la nascita di una joint venture paritetica tra il Fondo strategico italiano (Fsi), la holding controllata dalla Cassa depositi e prestiti, e la Qatar holding (Qh): 'Iq made in Italy venture', una società con un capitale di 300 milioni di euro che salirà a due miliardi e lo scopo di investire in settori chiave del Paese”.
Tornando al tris gallurese: Meridiana, Costa Smeralda (compresi gli hotel 5 stelle ora passati a Marriot), non sfugge il terzo business del Mater Olbia in cui confluiscono i soldi del Qatar e la gestione del Bambin Gesù amministrati dal General contractor, vale a dire la società che sceglie i partner dell’operazione, la Fondazione Luigi Maria Monti, l’ente morale di sua eminenza cardinale Giuseppe Versaldi, presente in prima fila a Olbia il 28 maggio 2015. Un corto circuito tra Islam e Chiesa Cattolica che sembra non preoccupare affatto le parti in causa. Pecunia non olet, men che meno al Vaticano. Petrol e San Pietro dollari. Ma qualcuno lo avrà detto a Bergoglio?
Mauro Orrù – da Olbianova
(admaioramedia.it)
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