Ancora incertezze sulle modalità di reimpiego nei Comuni dei lavoratori del Parco Geominerario, provenienti dall’ex bacino Ati-Ifras, che con la scadenza della convenzione dovrebbero essere inseriti all’interno dei piani predisposti dagli enti, mentre altri dovrebbero transitare nella società in house della Regione, Igea.
“Rischia di trasformarsi in una polpetta avvelenata per i Comuni – ha denunciato Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco – che vorrebbero aiutare queste maestranze espulse dal mondo del lavoro, ma che si trovano a fare i conti con una disciplina ferrea che limita gli spazi finanziari a disposizione delle Amministrazioni comunali. Sussistono, infatti, in capo agli Enti locali, gravi problemi nel rispettare le spese dedicate all’assunzione di nuovo personale, anche nel tempo determinato. Nel caso specifico, così come prospettato dalla Regione, la presa in carico dei lavoratori ex Ati-Ifras verrebbe conteggiata nel costo generale del personale, originando non pochi problemi alle casse comunali”.
“Esiste una soluzione – ha aggiunto il Primo cittadino, che ha fatto appello alla responsabilità dell’assessore Spanu, del presidente Pigliaru e al direttore dell’Aspal, Massimo Temussi per rivedere queste specifiche politiche del lavoro – che assicurerebbe da una parte maggiore margine di azione ai Comuni, e dall’altra toglierebbe oneri alla Regione, alleggerendole il carico di responsabilità: si tratterebbe di inquadrare i cantieri dell’area Geoparco nell’ottica dei ‘cantieri verdi’ a valenza ambientale. Questa opportunità offrirebbe agli Enti locali la possibilità di tenere fuori dal conto generale questa spesa. Non solo, i Comuni avrebbero così l’occasione per impiegare i lavoratori per più tempo. Altra soluzione: la Regione potrebbe accollarsi i costi di assunzione del personale per poi trasferirlo ai Comuni. La disciplina varata dalla Giunta, invece, si delinea come una scorrettezza istituzionale, in quanto abbandona i Comuni a lottare contro politiche della spesa inflessibili, di fronte a lavoratori che quotidianamente chiedono di essere assunti in Comune”.
Nei giorni scorsi, anche il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu, aveva sollevato il problema: “I 525 lavoratori, e le loro famiglie, impegnati nei progetti del Parco Geominerario, attendono ancora soluzioni concrete dopo il licenziamento a seguito della mancata proroga del contratto. Finora, solo promesse e tanta delusione ed amarezza. E’ l’ennesimo fallimento politico di una Giunta inconcludente e inadeguata per la Sardegna, incapace di salvaguardare anche i percorsi virtuosi per l’occupazione. Un universo variegato di lavoratori che hanno contribuito allo sviluppo economico e sociale di un territorio che si allarga dal Sulcis Iglesiente al Medio Campidano ed è inconcepibile che non si possa trovare una soluzione per il ricollocamento occupazionale”. (red)
(admaioramedia.it)