Il costo di gestione, economico e burocratico, della piscina comunale di Assemini è troppo alto e, secondo il Comitato “ViviAssemini”, è opportuno valutare la cessione in vendita dell’impianto, affidandolo alla gestione di un privato secondo i principi della funzionalità gestionale e dell’economicità d’impresa.
“E’ stata realizzata – ha ricordato Massimo Carboni, portavoce del Comitato – approfittando del potere pubblico sulla proprietà privata ed è sorta quando il mercato era già saturo, sovradimensionata rispetto alla potenziale produttività ed è costata a noi cittadini ben 6,5 milioni di euro a fronte di un canone annuo di locazione iniziale pari a 25mila euro, poi ridotto a 12mila. Nessuna persona responsabile, con i propri soldi, avrebbe investito 6,5 milioni di euro per recuperarli (senza tenere conto delle opere di straordinaria amministrazione) in 260 anni o 541 se si considera la riduzione del canone. Certe scelte del passato non sono state in grado di rispettare i più banali elementi di efficienza della spesa e di rispetto per i sacrifici dei contribuenti”.
“Esprimiamo soddisfazione – ha aggiunto Carboni – nell’apprendere che l’Assessore allo sport continua nella sua opera di riordino delle pratiche controverse ereditate e legate alla piscina comunale di Assemini. Auspichiamo che l’indirizzo politico dell’assessore Mostallino possa porre la parola ‘fine’ agli innumerevoli errori che hanno riguardato la realizzazione e la concessione dell’impianto, avvenuta persino senza contratto”. (red)
(admaioramedia.it)