Due episodi preziosi per rappresentare il clima culturale che aleggia all’interno della scuola italiana e per esemplificare quanto sia ancora lunga la strada da percorrere per parlare nelle aule di quella storia per decenni dimenticata dai libri della storiografia ufficiale.
Da una parte, la vicenda di una maestra (Lavinia Flavia Cassaro, legata al centro sociale “Gabrio”) protagonista, durante la manifestazione degli ‘antagonisti’ a Torino, nell’augurare la morte agli uomini delle forze dell’ordine, confermando, poi, in un’intervista che «non è sbagliato, perché loro stanno proteggendo i fascisti e un giorno potrei trovarmi fucile in mano a combattere contro questi individui».
Stasera, a Cagliari, in un’assemblea cittadina riceverà la “solidarietà incondizionata” su iniziativa di alcune realtà politiche di sinistra: Cagliari social forum, Cobas scuola, Coordinamento antifascista, Usb, Collettivo Furia rossa, La Circola e Asce Sardegna. Secondo i promotori dell’assemblea, raggruppati in un fantomatico “Coordinamento insegnanti antifascisti”, quella che definiscono ironicamente (ma non sbagliano) la “cattiva maestra” è stata “linciata mediaticamente” e ne chiedono addirittura il reintegro nel posto di lavoro, dal quale è stato sospesa in via cautelativa.
Dall’altra, i dati che emergono dalle scuole dell’area della Provincia del sud Sardegna e della Città Metropolitana di Cagliari: sarebbero solo tre le scuole, su 128, che hanno commemorato il “Giorno del Ricordo” , dedicato all’omaggio ai Martiri delle foibe ed al ricordo della vergognosa pagina dell’Esodo giuliano-dalmata. La Prefettura di Cagliari, infatti, ha recentemente richiesto di rilevare le iniziative promosse e, nonostante le circolari istituzionali ben precise, ufficialmente risultano aver ottemperato solamente l’Istituto “Beccaria” di Carbonia, dove è stata programmata la fiction “Il cuore nel pozzo”, l’Istituto “Satta-Manno-Spano-De Amicis” di Cagliari e l’Istituto “Levi” di Quartu Sant’Elena.
Non è andata meglio con la disposizione prefettizia indirizzata ai Comuni per il 10 febbraio: “Si dispone l’esposizione a mezz’asta delle bandiere, nazionale ed europea sugli edifici pubblici in memoria delle vittime delle Foibe”. In quei giorni, nei social sono state pubblicate le foto di alcuni Comuni inadempienti, come, tra gli altri, Guspini e San Gavino.
Triste constatare come neanche le massime Istituzioni dello Stato riescano a far rispettare le leggi nazionali e come la Scuola non ritenga opportuno ricordare adeguatamente i connazionali caduti per mano dei partigiani comunisti slavi. Preoccupante capire che, seppure sia da considerare impossibile parlare di storia condivisa, siamo ancora molto lontani anche da quella conosciuta, accettata e rispettata reciprocamente.
Arsenico
(admaioramedia.it)