Nei giorni scorsi, dopo la condanna a tre anni per evasione fiscale di Renato Soru (l’accusa parla di ‘appena’ 27 milioni di euro spariti dai bilanci di due sue società e di 2,6 milioni di euro sottratti al fisco), in rete sono arrivati anche messaggi di apprezzamento per Mister Tiscali, per l’uomo, per la sua generosità, ma soprattutto per il suo ruolo di imprenditore, che ha dispensato tanti posti di lavoro… un po’ come hanno sempre fatto i più ferventi berlusconiani per ‘ammorbidire’ le ‘marachelle’ del Cavaliere.
Minore solidarietà è arrivata dalle fila del Partito democratico, dove, anzi, si è percepito un sospiro di sollievo per veder inaspettatamente risolta la crisi nella segreteria regionale sarda con le inevitabili dimissioni di Soru, che riaprono i giochi per la sua successione dopo un lungo periodo di stallo. Sarà un derby all’ultimo voto, rimandato a dopo le rischiose elezioni amministrative, tra le sempre più numerose correnti interne, checché ne dica Renzi, che le vorrebbe abolire d’ufficio. Tra i fedelissimi, solo un coraggioso Pietro Cocco, capogruppo del Pd in Consiglio regionale (ancora per quanto?), ha avuto l’ardire di esporsi al pubblico ludibrio, sottolineando “la levatura del suo rigore morale e la fermezza dei suoi principi”, nonché “il suo amore per la Sardegna, per la quale si è speso anche a prezzo di pesanti rinunce”.
Inaspettato, è arrivato addirittura un post su facebook del presidente Pigliaru, che solitamente più che prudente, ha voluto rendere l’onore delle armi a chi finora non gli aveva risparmiato critiche feroci e bussava periodicamente alla porta di viale Trento con la richiesta del rimpasto per dare spazio ai soriani fidati: “Giusto e importante riconoscere il contributo che Soru in tutti questi anni ha dato, prima come imprenditore e poi come persona impegnata in politica, per aiutarci a ragionare su un’idea moderna e credibile di Sardegna, per affrontare e risolvere i problemi della nostra regione. Un impegno, il suo, generoso, forte, appassionato, che al di là delle differenze di opinione che talvolta ci hanno contrapposto e degli errori che ognuno di noi può commettere, rispetto e apprezzo”.
Se le dimissioni dai vertici del partito regionale sono arrivate in pochi minuti, Soru si è tenuto ben stretto il seggio parlamentare europeo. Poi, oggi, un piccolo ed insignificante ‘colpo di scena’: si è autosospeso dal gruppo dei Socialisti e Democratici, migrando al Gruppo dei non iscritti. Perciò, continuerà a sedere da condannato (in primo grado) a Strasburgo, seppure non più affianco a Nicola Caputo (europarlamentare del Pd indagato per voto di scambio mafioso), ma ben intenzionato a far valere il voto di oltre 180.000 cittadini (sardi e siciliani) che gli hanno affidato il loro consenso. Un po’ come diceva Berlusconi: “se gli italiani mi votano”…
Arsenico
(admaioramedia.it)
2 Comments
ErmannoKilgore
RT @admaioramedia: @ZampieriChiara @Europarl_IT Soru migra dal gruppo dei socialisti, ma non da Strasburgo https://t.co/VeCJeSxoTx
nicola_bianchi
RT @admaioramedia: @nicola_bianchi Soru migra dal gruppo dei socialisti, ma non da Strasburgo https://t.co/VeCJeSxoTx