La parola era già risuonata nei corridoi del primo piano di viale Trento pochi mesi dopo l’insediamento della Giunta Pigliaru. Il rimpasto veniva agitato come una spada di Damocle sulla testa degli assessori più deboli. Eppure, la squadra era stata creata col bilancino del politicamente corretto, fino ad ottenere una quasi perfetta parità di genere. Anche se in seguito, proprio l’ansia da ‘quote rosa’, si è rivelata una delle maggiori debolezze dell’Esecutivo.
‘Spada’ agitata all’inizio dell’estate, ma poi deposta in attesa dell’esito della sfida per la segreteria regionale del Partito democratico, socio di maggioranza della Giunta, con la speranza mai confessata dei ‘deboli’, ma anche del Governatore in carica, che Renato Soru non diventasse il nuovo leader. Speranza disattesa, ad ottobre, con l’incoronazione di Re Renato I, stipendiato a Bruxelles e dominus in Sardegna. Appuntamento solamente rinviato, tanto che dall’autunno non sono mancate critiche e mal di pancia sull’operato della Giunta Pigliaru, in particolare sulla manovra finanziaria.
Da un «proficuo dialogo» tra Giunta e Pd si è passati rapidamente a «rapporti buoni», fino alla separazione ufficiale enunciata da Soru per le occasioni conviviali: «Se devo andare a mangiare una pizza non vado con Pigliaru». Intanto, il segretario Pd si sta concentrando sul ‘rimpasto’, poi la ‘pizza’ sarà servita…
Arsenico
(admaioramedia.it)