Da buon napoletano (ex candidato del Pd nel 2011 alla carica di Sindaco, sconfitto sonoramente da De Magistris, non arrivando neanche al ballottaggio), il prefetto Morcone avrà cercato nella ‘Smorfia’ il motivo di cotanta sfortunata visita a Cagliari. Alle 10 appuntamento in Prefettura, in piazza Palazzo, per il Tavolo di coordinamento regionale dei flussi migratori non programmati ed affrontare i problemi relativi agli sbarchi, al sistema dell’accoglienza degli immigrati, con particolare riguardo all’arrivo, ormai numericamente critico, di minori stranieri non accompagnati. Infatti, il Prefetto napoletano è il Capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, insomma il braccio operativo del ministro Alfano.
Non è dato sapere se le Autorità locali lo abbiano portato in gita in piazza Matteotti a vedere l’accampamento di decine di immigrati: “Non vogliono rimanere in Sardegna, abbandonano subito i centri di accoglienza e convergono a Cagliari con la speranza di potersi imbarcare, accalcandosi nel centro cittadino, creando problemi igienico-sanitari e di decoro, oltre che provocare riflessi possibili di sicurezza pubblica, disagio ed insofferenza”, gli ha comunque spiegato a chiare lettere il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta. Mentre è evidente che la cronaca nera, sfortunatamente per lui, non l’abbia accolto con benevolenza, mostrando proprio oggi alcuni episodi che la dicono lunga sul futuro che aspetta le comunità locali, già in profonda crisi nella gestione dell’accoglienza di centinaia e centinaia di uomini, donne e bambini che vengono costantemente sbarcati sulle coste della Sardegna. Prima, una banda di minorenni (lo saranno veramente?), mista gambiani e nigeriani, che è stata arrestata per violenza, estorsione e danneggiamenti nel centro che li ospitava. Poi, l’algerino, arrivato qualche ora prima nell’Isola, arrestato per il furto di un cellulare strappato con violenza dalle mani di una ragazza.
Ma il prefetto Morcone è un uomo deciso ed ha chiarito che la Sardegna deve fare la sua parte: “C’è un impegno del paese Italia che dobbiamo condividere e ci riusciamo solo se tutti fanno la propria parte, senza chiudersi nella difficoltà”. E sull’individuazione della struttura che dovrà sostituire il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Elmas, chiuso da qualche mese, è stato tassativo prefigurando scontri istituzionali: “Spero che i sindaci vogliano riscoprire il protagonismo di decidere per il proprio territorio e concorrano insieme a noi a questo disegno complessivo del paese, diversamente devo comunque accogliere le persone”. Cioè, sbrigatevi o decido io sopra le teste degli amministratori sardi. Quindi, anche se in due anni l’Isola ha già ricevuto oltre 12.132 ospiti si dovrà rassegnare a riceverne ancora qualche migliaia durante tutto il 2016. Infatti, i dati ufficiali dicono che al momento ne sono rimasti ‘appena’ 4.259, cifra che rispetta la quota regionale stabilita per la Sardegna dal Dipartimento: il 2,96% della popolazione. Eppure, pochi giorni fa si è parlato di almeno 3.000 immigrati scomparsi dalle liste delle strutture (in Sardegna quelle accreditate sono 112), che, ovviamente, potrebbero essere andati ovunque. Oltretutto, dopo il primo sbarco (21 marzo), nel 2016 sono arrivate oltre 4.200 persone, alle quali bisogna aggiungere quelle arrivate in aereo, trasferiti dal confine di Ventimiglia, e gli ormai abilissimi algerini che arrivano autonomamente senza usufruire della ‘tratta libica’. Quest’anno, nelle coste sulcitane ne sono arrivati 295 (29 minori), quattro in più di tutto il 2015. Insomma, i numeri non tornano facilmente ed impressionano per il futuro, soprattutto considerando che prima che ognuno di loro possa ricevere la risposta alla richiesta di riconoscimento della protezione internazionale passano almeno due/tre anni e che, dati ufficiali ministeriali, ben il 74% delle domande viene respinto.
Come se non bastasse, è un mistero immaginare che fine faranno oltre 1.000 minori non accompagnati arrivati in Sardegna, considerando che oltre 2/3 (660) sono attualmente ospitati, contro ogni regola, in strutture insieme agli adulti. Ma questo è un altro capitolo, forse ancora più grave, perché prima o poi anche i minorenni diventano adulti e rischiano di finire nella zona oscura dell’immigrazione, sparendo dagli elenchi ministeriali. Ma, come dice il Capo del Dipartimento immigrazione, “la ragione vuole che il paese risponda a questa grande operazione umanitaria, certamente con tante difficoltà, ma con generosità e visione del futuro”. Anche se, in fondo, quale sia il futuro che questa fallimentare gestione dell’accoglienza sta determinando neanche il prefetto Morcone lo sa.
Arsenico
(admaioramedia.it)
10 Comments
FaberSardo
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Enzo Puxeddu
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SAPcagliari
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