La solidarietà è una forma di impegno etico che, attraverso un’azione, viene incontro alle esigenze ed ai disagi di qualcuno che abbia bisogno di aiuto. Ma, pare che la ‘solidarietà soriana’ possa avere anche diverse velocità.
Nei giorni scorsi, Renato Soru ha annunciato che Tiscali ha in programma una serie di nuove assunzioni e prevede la fine dei contratti di solidarietà, firmati nel novembre 2011. Un bel segnale per tanti lavoratori che avevano accettato ‘obtorto collo’ di lavorare meno pur di continuare a lavorare. Un sacrificio a totale carico dei lavoratori che riducendosi lo stipendio riuscivano a salvare il posto di alcuni colleghi, ma soprattutto sfuggivano alla roulette russa dei licenziamenti.
Poche ore dopo, è scoppiato il caso dei risarcimento per danni contro il quotidiano L'Unità. Il giornale fondato da Antonio Gramsci, voce del Partito comunista italiano, passato indenne nelle varie trasformazioni del partito, è stata un’avventura editoriale del parlamentare europeo del Pd, finita male. Nel 2008, a ridosso della sua investitura come candidato Governatore della Sardegna, Soru acquistò la testata. Poi, il giornale entrò in crisi, lui cedette la maggioranza delle quote, quindi arrivò il fallimento, la chiusura e la sparizione dalle edicole.
Ora, si è scoperto che ex direttori ed ex giornalisti del quotidiano, dopo il fallimento della società editrice, sono obbligati a pagare interamente le cause civili e le querele. La più bersagliata è Concita De Gregorio: l’ufficiale giudiziario finora le ha pignorato beni per oltre 400mila euro, compresa la casa. La giornalista ha diretto il giornale dal 2008 al 2011: “Mi aspettavo che intervenissero Renato Soru, l'editore che mi assunse, e il Pd, che di fatto controllava il quotidiano. Ma Soru è sparito, mentre il Pd renziano sostiene che il partito non c'entra".
Chiamato in causa dalla sua vecchia pupilla, Soru ha fatto sentire le sue ragioni: “Arrivai all’Unità nel 2008, in piena campagna elettorale, non era il caso che i libri contabili di un giornale così finissero in tribunale. Perciò, coi miei risparmi, contribuii ad evitare la chiusura del giornale. Poi, lentamente, sono uscito. Subentrarono altri azionisti. Le mie azioni scesero intorno al 5%. Allo stato attuale, con la società in liquidazione, ho perso praticamente tutto ciò che avevo investito e, se proprio vogliamo dirla brutalmente, mi considero parte lesa. Ci ho rimesso l’intero investimento, fino all’ultimo euro”.
In maniera esplicita, la ‘parte lesa’ Soru ha risposto alla De Gregorio: “Non mi sento responsabile né legalmente, né moralmente di quanto accaduto dopo. Ciò detto, sono solidale coi giornalisti e credo che debba esserci una soluzione". Ma quando Tommaso Ciriaco, l’intervistatore de La Repubblica, lo ha incalzato (“È soltanto solidale, oppure intende contribuire in prima persona magari anche economicamente in quanto ex editore?”), il signor Tiscali ha mostrato l’altra velocità della solidarietà soriana: “Perché vuole farmi dire cose che non ho detto?”
Arsenico
(admaioramedia.it)
One Comment
Romano
Come si dice? "Passata la festa, gabbato lo santo". Ormai le elezioni sono passate da tempo, c'è stata l'esperienza QUINQUENNALE DELL'ELEZIONE A CAPO DELLA GIUNTA REGIONALE, Poi c'è stata l'elezione, grazie a questo PD, non a quello prima di Renzi, al Parlamento europeo, e la conquista della segreteria regionale del PD. Cosa vogliono adesso questi scocciatori, che intendono coinvolgere chi, poverino, ha perso tutti propri risparmi? Tanto più che si ritiene lai, parte lesa?