Nella giornata di domani, dopo il primo turno delle ‘regionarie bis’, gli iscritti alla piattaforma Rosseau avranno nove ore per scegliere, tra i cinque più votati della settimana scorsa, il candidato alla presidenza della Regione per il Movimento Cinquestelle.
Nel movimento politico che ha fatto della trasparenza la sua regola di vita, che grida ripetutamente “onestà, onestà” non è dato sapere in quanti abbiano diritto ad esprimere la propria preferenza, si sa solamente che potranno votare coloro che si sono iscritti entro il 22 giugno 2018. Le uniche certezze, finora, sono quelle della partecipazione. Al primo turno delle ‘regionarie’, i ‘grillini regolari’ che hanno votato sono stati 1.453, cioè circa il 20% in meno (esattamente sono mancati in 351) dei 1.804 che avevano partecipato al turno annullato dopo la condanna per abuso d’ufficio dell’ex sindaco di Assemini, Mario Puddu. Addirittura, il 48% in meno dei 2.798 che avevano partecipato alle ‘parlamentarie’ per designare i candidati alle elezioni politiche del marzo 2018.
Sulle elezioni on line del Movimento Cinquestelle vige da sempre un alone di mistero con polemiche anche pesanti sulla loro gestione, ma nulla è cambiato: lo Staff nazionale della Piattaforma controlla non solo le autocandidature, sovente con esclusioni clamorose ed inspiegabili per i ‘comuni mortali’ (come nel caso del docente universitario Luca Piras per le ‘regionarie 2018’), ma anche il conteggio finale e la proclamazione dei vincitori. I numeri spesso raccontano storie difficili da interpretare: nel primo turno delle ‘regionarie bis’ ben 21 candidati (ne sono stati ammessi 26, contro i 4 che avevano partecipato ad agosto 2018) hanno raccolto appena 673 preferenze (in dodici addirittura sotto le 15), lasciando ai cinque più votati (Marcello Cherchi, Francesco Desogus, Donato Forcillo, Gianluca Mandas ed Anna Sulis) le altre 780. Ma il bottino personale di ognuno non è stato divulgato per non influenzare il voto di domani. Alle precedenti ‘regionarie’, Puddu si impose con 981 voti, staccando Piras di 517 preferenze. Altra votazione on line realizzata in Sardegna, le ‘europarlamentarie’ del 2014, nelle quali, al secondo turno, Giulia Moi ottenne 1.664 voti, diventando uno dei due candidati sardi nella circoscrizione insulare (insieme a Nicola Marini) e fu poi eletta a Strasburgo. In verità, sui blog cinquestelle, anche su quelle elezioni nella piattaforma Rousseau, se ne sono lette di tutti i tipi, fino a contemplare la miracolosa moltiplicazione dei voti e dei grillini.
Domani si conoscerà il nome del pentastellato che affiancherà Solinas, Zedda e Murgia sulla scheda elettorale e con quante preferenze, ma le polemiche dopo il primo turno fanno ipotizzare un ulteriore calo dei votanti. Comunque vada, il sistema di scelta dei candidati grillini alle competizioni elettorali convince sempre meno ed anche tra i più fideistici militanti fa breccia lo scetticismo. La supremazia della rete, dove uno dovrebbe valere uno, sta entrando in crisi di credibilità, soprattutto se si fa un confronto con le dimensioni del consenso reale alle elezioni politiche. Il modello di democrazia interna scelto, anni fa, da Grillo e Casaleggio non sembra più garantire una selezione qualitativa adeguata ai ruoli di governo che il mondo grillino comincia a dover occupare e presto il mito pentastellato dell’autogoverno del popolo, che prende corpo tramite la democrazia diretta esercitata in rete, potrebbe essere superato. A meno che non sia diventato esclusivamente un furbesco strumento di controllo del dissenso interno.
Arsenico
(admaioramedia.it)