Oltre a quella degli economisti e dei sismologi, obbligati per professione a fare previsioni (una feroce battuta sostiene che tra loro non ci sia alcuna differenza: entrambi riescono a ‘prevedere’ l’evento negativo il giorno dopo…), un’altra categoria si dedica ad anticipare il futuro: i demografi. Secondo le loro stime sulla Sardegna, nel 2050 ci saranno 250mila abitanti in meno, un centinaio di paesi saranno più o meno vuoti e gli ultra65enni saranno più del 40%. Ci sarebbe il tanto per disperarsi e meditare una fuga prima che sia troppo tardi.
Negli ultimi anni, però, aleggia una ‘ghiotta alternativa’. Tra i primi a lanciare l’idea fu il giornalista Beppe Severgnini, che sulle colonne di un giornale americano propose di dare le aree incolte e spopolate agli immigrati, citando espressamente la Sardegna: “83% della popolazione vive in piccoli insediamenti sotto i 5.000 abitanti che si stanno progressivamente svuotando”. Ma lui fa l’opinionista e non vive in Sardegna. Un progetto che, però, fece innamorare la sinistra sarda, tanto che il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, si affrettò a ricordare che “solo il 15% della terra irrigua è coltivata ed i migranti potrebbero essere un’opportunità e una risorsa per combattere lo spopolamento”. Ma lui governa l’Assemblea legislativa sarda e parla dall’alto di un ruolo ‘super partes’. Le parole più preoccupanti arrivarono da un autorevole rappresentante della Giunta Pigliaru e del maggiore partito della maggioranza (Pd), l’assessore della Sanità, Luigi Arru. Dopo anni di governo dell’Isola, per invertire crisi demografica e spopolamento, che rischiano di mettere in ginocchio l’Isola e la sua economia, non trovò null’altro da proporre se non “cogliere l’opportunità fornita dagli sbarchi dei migranti, la maggior parte giovanissimi in cerca di riscatto nella nostra isola”.
Una ricetta preoccupante che, dopo l’improvviso aumento dei flussi migratori verso le coste italiane nel biennio 2016/17, sembrava essere stata accantonata nella soffitta delle ‘cattive intenzioni’. Invece, riecco Arru ergersi a paladino del famigerato assioma ‘l’immigrazione è una risorsa’: “In Sardegna per invertire la tendenza al drammatico calo delle nascite bisogna favorire l’immigrazione. I migranti sono l’unica soluzione per aumentare la popolazione. Altrimenti sarà difficile guardare con ottimismo al futuro”, ha detto in un’intervista al quotidiano “La Nuova Sardegna”. Ma non solo, per giustificare gli ingenti investimenti a favore degli immigrati fatti dall’Esecutivo Pigliaru, ha dovuto sottolineare che bisogna aiutare i ‘nuovi Sardi’ a “crearsi un lavoro, magari nei piccoli comuni e a formarsi una famiglia”. Insomma, per l’ideologo della sostituzione etnica, l’unica soluzione è “attirare i migranti”, forte del trito e ritrito luogo comune che i migranti siano disposti a fare lavori che i Sardi non vogliono più fare.
Fortunatamente, l’autorevole esponente della maggioranza di centrosinistra ha lanciato, sul tavolo di una campagna elettorale decisiva per il futuro della Nazione, un tema scottante ed importante, sul quale è necessario che tutte le forze politiche prendano una posizione chiara e netta consentendo agli elettori di sapere quale futuro gli si prospetta secondo chi governerà, sia in campo nazionale che regionale. Per sapere chi vuole rispondere con una facile sostituzione allo spopolamento ed alla crisi demografica, invece che programmare politiche di sviluppo e di lavoro, organizzare servizi efficaci e politiche per la famiglia, azioni di tutela dei piccoli comuni del centro Sardegna, sostegno per le migliori energie isolane, non costringendole ad emigrare per trovare lavoro, e per provare a riportare le energie già emigrate che hanno cuore e passione per tornare in Sardegna. Nel frattempo, quelli come Arru, baluardi del periglioso pensiero unico e mondialista, continueranno a trastullarsi accusando banalmente di razzismo i tenaci oppositori alla loro pericolosa ricetta.
Arsenico
(admaioramedia.it)
3 Comments
Gianni Sassu
Non e razzismo e buon senso ,a casa subito chi non a dirito
Giovanna Bonino
Vedo che il razzismo è a senso unico…. Quello dell’assessore Vs i sardi come lo chiamiamo?
Vincenzo
Penso che lo spopolamento non sia una prospettiva negativa. Cosa pensate che potrebbe accadere se la Sardegna si dovesse spopolare…? Avete terrore di rimanere in pochi? Si starà decisamente meglio. Meno inquinamento e maggiori risorse naturali procapite.