Dopo il mattarellum, il porcellum ed il consultellum, le cronache isolane si occupano frequentemente del ‘barzellettum’, cioè la legge per l’elezione del Consiglio regionale della Sardegna, che continua ad imperversare nelle aule dei tribunali di ogni ordine e grado.
Ieri, l’ennesima puntata, non certo l’ultima, con l’Ufficio centrale elettorale della Corte d’appello di Cagliari che ha così deciso: il sessantesimo consigliere di via Roma sarà Giovanni Satta, ex sindaco di Buddusò. Andrà ad occupare la poltrona lasciata libera dopo alcuni mesi da Gianni Lampis, che subentrò, per decisione della Giunta per le elezioni del Consiglio, a Modesto Fenu, che fu defenestrato dal Consiglio di Stato, che insieme a lui aveva ‘espulso’ dall’Aula anche Efisio Arbau, Michele Azara e Gavino Sale, promuovendo, ormai definitivamente, Pierfranco Zanchetta, Antonio Gaia e Gianfranco Congiu, ma ricacciando ad Arbus, appena un mese fa, il consigliere Lampis.
Tutto risolto? Non sembrerebbe, perché Satta, appena 9 giorni fa, ha cambiato residenza, essendo stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per traffico internazionale di droga e difficilmente riuscirà a giurare per il suo insediamento. Dovrebbe anche sfuggire alla tagliola della tanto osannata legge Severino contro la corruzione, perchè la decadenza non annovera il grave reato che incombe sulla fedina penale di Satta. Potrebbe sopperire la fantasia italica: il nuovo consigliere potrebbe essere accompagnato in via Roma a bordo di un ‘cellulare’, appena il tempo di giurare fedeltà alla Costituzione ed allo Statuto sardo (sob!), per poi essere sospeso e quindi promuovere verso Cagliari l’ingegnere tempiese Manuele Marotto, secondo nella lista Uds della Gallura, dove era candidato l’ex sindaco di Buddusò. Verosimile? Con il ‘barzellettum’, ormai, tutto è possibile. A proposito di sospensione, a breve dovrebbe riguardare anche Antonello Peru (arrestato il 5 aprile per l’inchiesta ‘Sindacopoli’), che verrà sostituito dal consigliere comunale di Sassari, Giancarlo Carta.
Però, come nella migliore delle sceneggiature thriller, Fratelli d’Italia, partito di Lampis, ha già preannunciato che, non capendo “come sia possibile che un partito che prende meno voti, nella stessa coalizione, possa ottenere un seggio in più”, ricorrerà in ogni sede, possibile ed immaginabile. Finiti i tribunali italiani di ogni ordine e grado, all’ex consigliere Lampis, incolpevolmente sballottato in continuazione tra Arbus e Cagliari, non resterà che recarsi a Lussemburgo al cospetto della Corte europea dei diritti dell’uomo o rivolgersi direttamente ad Amnesty International, così che il ‘barzellettum’ possa far ridere tutta Europa.
Arsenico
(admaioramedia.it)