Un tempo ci raccontavano la favola “Ce lo chiede l’Europa“, poi è diventata assai gettonata “Ce lo paga l’Europa”. La storiella dei costi relativi all’immigrazione, non solo quelli dei famigerati 35 euro quotidiani per ogni immigrato che vengono assegnati alle strutture ‘votate’ all’accoglienza, un ‘tesoretto’ che solo in Sardegna per assistere i 5.908 presenti nelle strutture isolane (secondo i dati del Ministero al 27 ottobre) vale oltre 206mila euro al giorno, quindi poco più di 6,2 milioni di euro al mese.
Ad ulteriore conferma della favola, proprio nei giorni scorsi, grazie alla lettera del ministro Padoan ai commissari dell’Unione europea, si è scoperto che nel 2016 per gestire il fenomeno dei migranti dalle casse tricolori usciranno 3,3 miliardi all’anno, mentre nel 2017 è previsto un incremento di almeno 500 milioni di euro. Cifre derivanti sopratutto da operazioni di soccorso, prima assistenza, cure sanitarie, stipendi del personale, assistenza ai minori non accompagnati. Però, sono svariati i costi ‘accessori’ di questo sempre più vasto ed incontrollato fenomeno (ormai sfuggito di mano ai governanti ‘buoni’), difficili da contabilizzare con precisione, anche perché creano un cospicuo indotto lavorativo, che difficilmente le stesse parti in causa vogliono quantificare.
Uno di questi ‘cespiti’ – forse il meno valutato, il meno conosciuto, il meno divulgato – è quello dei ‘costi legali’ determinati dalle richieste di asilo di decine di migliaia di uomini e donne ‘prelevati’ al largo delle coste della Libia. Infatti, ogni domanda di protezione internazionale che viene respinta dalle Commissioni territoriali può essere oggetto, entro 15 giorni, di ricorso in Tribunale ed ovviamente ogni immigrato, ben consigliato ed assistito da chi dell’accoglienza fa un buon business, usufruisce del gratuito patrocinio (un avvocato pagato dallo Stato a chi non ha i mezzi), perciò generando un importante giro d’affari per i legali che li assistono. Vista la crisi nel settore forense, affiancare, consigliare e collaborare con le cooperative, che gestiscono centinaia di immigrati, può essere di grosso aiuto.
Nel Tribunale di Cagliari, per esempio, considerando che la parcella di un gratuito patrocinio, seppure stabilita volta per volta dal giudice, può valere almeno 1.000/1.200 euro, e che nel 2016 al 2 agosto (dati della Prefettura di Cagliari) sono state emesse già 680 ordinanze, si può valutare un volume d’affari di circa 800mila euro. Ma si tratta solo della punta dell’iceberg, perché nel 2016 sono state già respinte dalle Commissioni territoriali in Sardegna almeno 1.600 domande e gran parte di queste è (o sarà) oggetto di ricorso, ovviamente tutte con gratuito patrocinio, con inevitabile incremento di costi per le casse dello Stato. Costi pressoché inutili, perché la percentuale di rigetto dei ricorsi è altissima: oltre l’80%. E si tratta solo del primo dei tre possibili gradi di giudizio, perciò i costi rischiano di essere inesorabilmente moltiplicati.
Inoltre, conoscendo i tempi da bradipo della giustizia italiana, in attesa delle decisioni gli immigrati ricorrenti, che ottengono uno speciale permesso di soggiorno ‘per motivi di giustizia’, restano ospiti nelle strutture, sempre al costo di 35 euro al giorno, fino al termine dell’iter del ricorso. Attualmente, tra ricorso e terzo grado si presume trascorrano almeno 3 anni, dando vita ad una nuova forma di ‘protezione internazionale’ tipicamente italiana. Ecco perché alcuni immigrati ‘furbacchioni’ ripresentano la domanda con un nome falso, sperando di riuscire a ripetere l’iter e restare in Italia, senza spese, per tanti anni. Il caso di un nigeriano che aveva già presentato domanda a Torino è stato recentemente scoperto a Sassari.
Per capire meglio il valore del problema, su scala nazionale, a maggio 2016, dopo la bocciatura delle richieste di asilo delle 40 Commissioni dislocate nelle prefetture italiane si stimavano oltre 15.000 ricorsi, con un incremento medio previsto di almeno 3.000 al mese. Un fiume di denaro (decine e decine di milioni di euro) che non ci paga l’Europa.
Arsenico
(admaioramedia.it)
One Comment
FaberSardo
I lati oscuri della gestione del fenomeno immigrazione in Italia:
ARSENICO racconta di un’inaspettata risorsa… https://t.co/hvs3B5FxHQ