Pochi giorni dopo il suo arrivo in Città (si vocifera per una gestione dell’emergenza immigrati in maggiore sintonia con la politica governativa), il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, ha sorpreso tutti perché si è tempestivamente occupata di una piaga che affligge Cagliari da anni, senza aver mai destato una grande attenzione da parte delle Istituzioni: il commercio abusivo. Il tema è stato trattato durante una riunione del Comitato provinciale Ordine e Sicurezza pubblica, con la pianificazione di interventi per rendere più efficace il contrasto al commercio abusivo e, conseguentemente, alla filiera della contraffazione, che negli abusivi trova la naturale fonte di guadagno.
In quell’incontro ne hanno dibattuto il Questore, il Comandante provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Comandante della Capitaneria di porto, i dirigenti della Polizia stradale e della Polizia delle comunicazioni, il Commissario straordinario della provincia di Cagliari, i Sindaci di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Villasimius, Pula, Carbonia e Iglesias. Insomma un parterre de rois, che ha fatto ben sperare chi da anni si è sgolato inutilmente per denunciare una situazione insostenibile dalle dimensioni sempre più preoccupanti. Ultimamente, addirittura, giunta ai limiti dell’esplosione sociale per i numerosi arrivi di nuovi potenziali ambulanti abusivi, grazie all’operazione “Frontex”, più nota come “Frontaxi”. Un’ottima iniziativa del nuovo Prefetto per far crescere il senso di sicurezza dei cittadini, e dei turisti, per limitare le occasioni di degrado del centro cittadino e per abbattere una condizione di concorrenza sleale, sia nei confronti dei commercianti che degli ambulanti regolari. Senza considerare l’aspetto dilagante dell’evasione fiscale.
Una novità nel panorama ‘prefettizio’ cagliaritano, consacrato da un comunicato stampa che sancì l’importanza della vigilanza sul fenomeno per evitare “ricadute negative per l’immagine di una città come Cagliari, interessata da un intenso flusso turistico, anche in coincidenza con il riconoscimento di capitale italiana della cultura 2015, in quanto rappresenta un segnale di forte illegalità”, garantendo perciò “un rafforzamento dell’attività di contrasto sia alla rete illecita di acquisizione, immagazzinamento e trasporto delle merci destinate al commercio ambulante abusivo, sia delle misure di controllo sulla vendita al dettaglio non autorizzata”. Ed infatti, qualche tentativo di contrasto, soprattutto nelle vie del centro cittadino ed in alcune spiagge, è stato notato. Per realizzare una coordinata e sinergica strategia di intervento, Il prefetto Perrotta comunicò anche la “predisposizione di un Protocollo d’intesa che coinvolgerà le Forze di Polizia, le associazioni di categoria e gli enti del terzo settore nell’attuazione di iniziative per la tutela dell’economia legale, la formazione degli operatori, l’informazione pubblica, l’educazione dei giovani ed il recupero alla legalità degli stessi soggetti impiegati nel comparto dell’abusivismo”.
Tutto molto ben scritto per evidenziare ottimi propositi, ma se gli ambulanti abusivi decidono di piazzare la propria merce proprio davanti alla sede della Prefettura di Cagliari, in piazza Palazzo, viene facile pensare che qualche dettaglio del Protocollo non funziona ancora come dovrebbe e che, nonostante il loro prolificare, i mediatori culturali non siano ancora riusciti ad insegnare agli immigrati a leggere con attenzione i comunicati stampa della Prefettura.
Arsenico
(admaioramedia.it)
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