Anche in Sardegna sono tanti coloro che protestano dopo sei mesi di intensi arrivi al Porto di Cagliari: tra maggio ed ottobre 2016 5.773 immigrati, mentre i dati ufficiali del Ministero dell’Interno dichiarano che (al 21 novembre) sono 5.657 gli ospiti nei centri di accoglienza sardi, che rappresentano una spesa quotidiana di 197mila euro. Ed anche dalle Istituzioni è salita più volte la denuncia che mancano le strutture per ospitarne altri, dopo aver fatto i salti mortali per riuscire a trovare finora posto a tutti gli ospiti.
Pochi, però, si soffermano a curiosare su come funzionano i centri operativi in Sardegna, oltre 200. Nel territorio di competenza della Prefettura di Cagliari sono attualmente un’ottantina le strutture che accolgono immigrati ed in questi giorni stanno attrezzando la più spaziosa di tutta l’Isola: l’ex scuola di Polizia penitenziaria di Monastir, che potrà ospitare tra i 220 ed i 300 immigrati. Per verificare come si volge il servizio, da giugno 2015 la Prefettura ha predisposto un servizio di controllo dei centri: sette nuclei ispettivi, composti da un dirigente, un assistente sociale, un contabile ed un amministrativo distolti dall’attività quotidiana in viale Buoncammino, affiancati da un rappresentante della Asl, che due/tre volte al mese ciascuno fa visita ai centri e relaziona. Considerando le forze in campo, per visitarli tutti occorrono almeno 5/6 mesi, perciò, nella peggiore delle ipotesi, ogni centro riceverebbe la visita di un controllore due volte all’anno. Visite, ovviamente, annunciate, che quindi non possono usufruire dell’effetto sorpresa.
Dopo le prime verifiche, salta agli occhi che l’emergenza ha fatto spuntare improvvisati imprenditori dell’accoglienza che, nella speranza di lucrare prima che il fenomeno migratorio finisca, si sono buttati in questa impresa senza avere competenze, capacità e qualità, in alcuni casi offrendo un servizio scadente, che, però, non può emergere facilmente dalle ispezioni. Infatti, le verifiche contemplano, oltre il controllo dei documenti contabili ed amministrativi dei centri, fatte attraverso i gestori ed i vari responsabili, solamente un’intervista a due ospiti per provare a far emergere le eventuali criticità dell’accoglienza. Nei casi di accertate irregolarità esistono vari gradi di sanzioni pecuniarie (al massimo del 15%), previste dai contratti, fino alla risoluzione della convenzione, ma finora i centri sanzionati sono veramente pochi. E’ comprensibile che, vista la pesante situazione che la Prefettura si è trovata a gestire, sia difficile essere troppo fiscali con chi, nelle varie occasioni degli sbarchi, ha ‘tolto le castagne dal fuoco’ al prefetto Perrotta ed ai suoi collaboratori, trovando soluzioni anche all’ultimo momento, fischiettando “Aggiungi un posto al centro che c’è un immigrato in più, se sposti un po’ la branda stai comodo anche tu”…
Le pecche più evidenti sono in quelli che il bando prefettizio chiama “servizi per l’integrazione”, cioè le attività di mediazione linguistica e culturale, che riguardano soprattutto l’insegnamento della lingua italiana e l’orientamento al territorio, ovvero la spiegazione agli ospiti su dove si trovano e su come si svolge la vita sociale, sui servizi ai quali hanno diritto e tante altre cose utili, come per esempio l’assistenza per la compilazione delle richieste di asilo. Domande che, però, si ‘inceppano’ quando arrivano all’Ufficio Immigrazione della Questura, che come, hanno più volte denunciato il Sap, lavora in condizioni strutturali precarie e con personale insufficiente per smaltire le tantissime richieste. In via Venturi, appena si può, vengono organizzati gli appuntamenti coi richiedenti per la compilazione del famigerato modello C3, contenente molte informazioni di carattere anagrafico e poche sulle cause che hanno spinto l’immigrato ad allontanarsi dal proprio paese per chiedere protezione, rinviando quindi l’approfondimento alla Commissione territoriale prefettizia. Perciò, i moduli C3 ancora da compilare sarebbero migliaia: un pesante intoppo del meccanismo, che ha inevitabili conseguenze sulle macchina dell’accoglienza, costringendo a mantenere per mesi e mesi in ‘formale’ stato di clandestinità migliaia di persone, che comunque vengono assistite nei centri di accoglienza.
Purtroppo, per i gestori dei centri, qualche ritardo riguarda anche il Ministero dell’Interno, che è indietro coi pagamenti di quasi 5 mesi e la situazione non è destinata a migliorare in tempi brevi. Perciò, non solo alcuni gestori di piccoli centri sentono forte la tentazione di rinunciare non potendosi permettere grosse anticipazioni, ma si verificano anche ritardi nel pagamento del ‘pocket money’ giornaliero che spetta ad ogni immigrato. Anche su questo aspetto, gli ispettori della Prefettura si sono scontrati con qualche imprecisione. Forse per questo, nel bando di Monastir, la Prefettura ha segnato ‘in grassetto’ la “facoltà, a proprio insindacabile giudizio, di erogare il pocket money sotto forma di denaro in contanti direttamente agli aventi diritto, scorporando detto importo da quello offerto dal medesimo gestore in sede di offerta”, che ha il profumo di altre incombenze per i Comuni che ospitano le strutture. Quei 2.50 euro che sovente finiscono nei paesi di provenienza dei beneficiari, dove rappresentano un importante valore economico per il mantenimento delle famiglie di chi rischia la vita per arrivare in Europa. Perciò, arrivano soprattutto uomini giovani, che lasciano a casa genitori anziani, mogli e figli, che riescono a mantenere grazie ai 75 euro mensili che ricevono in Italia.
Eppure, la mole di soldi che costa il fenomeno migratorio in Italia e in Europa (solo in Sardegna, coi numeri odierni, vale 71 milioni 278mila euro in un anno) potrebbe essere economicamente più utile e socialmente meno dannosa se gestita diversamente. Sarà malizioso pensare che se così fosse non ci sarebbe spazio per certi affari, moralmente poco limpidi, ma pur sempre affari, come quelli delle navi private che soccorrono gli immigrati a poche miglia dalla costa libica, o quelli delle cooperative ‘et similia’ che in Italia si stanno arricchendo in tempi brevi. Tralasciando, per evitare accuse di complottismo, un’evidente strategia globale di abbattimento del costo della manodopera in Europa, che presto potrebbe condannare anche lavoratori e disoccupati italiani.
Arsenico
(admaioramedia.it)
15 Comments
FaberSardo
ARSENICO ha indagato su come funzionano i controlli nei Centri per gli immigrati: “Poco controllati, molto meno… https://t.co/F3xhQ9oSYi
SAPcagliari
Da tempo denunciamo carenze e malfunzionamenti, eppure sembra che in nostri appelli rimangano lettera morta…. https://t.co/eRxwwPgYy3
SAPcagliari
Sig Prefetto le sembra normale tutto questo? @truzzu @deidda @gasparripdl @murgiabr @ugocappellacci @admaioramedia https://t.co/j9i5SxDg6u
Clouseau_again
@LivingDeadNerd @lameduck1960 @BreitbartLondon even police unions are starting to protest https://t.co/woe1PzZwTu
Clouseau_again
pura e semplice illegalità di Stato
https://t.co/woe1PzZwTu
Clouseau_again
@VoxNewsInfo https://t.co/woe1PzZwTu
Clouseau_again
RT @SAPcagliari: Da tempo denunciamo carenze e malfunzionamenti, eppure sembra che in nostri appelli rimangano lettera morta…. https://t.…
lucamedico
RT @SAPcagliari: Da tempo denunciamo carenze e malfunzionamenti, eppure sembra che in nostri appelli rimangano lettera morta…. https://t.…
DriverMattia198
RT @SAPcagliari: Da tempo denunciamo carenze e malfunzionamenti, eppure sembra che in nostri appelli rimangano lettera morta…. https://t.…
ugocappellacci
RT @SAPcagliari: Sig Prefetto le sembra normale tutto questo? @truzzu @deidda @gasparripdl @murgiabr @ugocappellacci @admaioramedia https…
figolbiatempio
RT @SAPcagliari: Sig Prefetto le sembra normale tutto questo? @truzzu @deidda @gasparripdl @murgiabr @ugocappellacci @admaioramedia https…
beniamino_di
RT @SAPcagliari: Da tempo denunciamo carenze e malfunzionamenti, eppure sembra che in nostri appelli rimangano lettera morta…. https://t.…
m_selis
RT @admaioramedia: Come funzionano i controlli nei Centri per gli immigrati?
Secondo ARSENICO “poco controllati, molto meno sanzionati” htt…
Juanne Pedru Canalis
Sos meres anzenos, e sos theraccos sardos, nos kerent leare sas nosthra antiga identidade, est a narrer imburdire sa nosthra etnia ki at imbaradu pro miza e miza annos
Jose Cleopatra Serra
sarà perché il sistema politico in sardegna lecca il culo a chi sta al vertice di un governo corrotto dittatoriale forse… “?” …. o forse sarà che chi ora gode di 1 posizione è troppo preso da “sindrome da protagonismo” purtroppo chi vive in Sardegna, mi riferisco ai politici ovviamente, non ha le palle cubiche per far si che la sardegna possa avere un governo a se, i politici che fanno parte di questo sistema corrotto, non pensare seriamente a ogni singolo residente sardo… Io non ho nulla contro i fratelli Africani, il vero problema, il vero marciume, il cancro che ci sta divorando tutti quanti.. è solo ed esclusivamente questo sistema politico e chi lo rappresenta… e neanche se ne preoccupa veramente del CAOS che sta provocando in Sardegna.. è una gran caxxata farsi la guerra tra poveri indifferentemente dal colore della pelle… i cattivi e i buoni ci son ovunque… Inutile lamentarsi se ne arriveranno altri,… e così da sempre!!!! votando criminali non si è vittime, ma complici… E siamo solo all’inizio di quel che ancora probabilmente deve accadere…