Le parole di Anna Endrich, amareggiata per l’atto vandalico contro la targa nel Terrapieno di Cagliari intitolato al padre Enrico, hanno riportato alla mente un recente fallito tentativo di cancellare la storia, quando alcuni consiglieri della maggioranza comunale di centrosinistra a Cagliari, a fine 2011, pochi mesi dopo l’inebriante vittoria elettorale di Massimo Zedda, presentarono una mozione indimenticabile: in quattro pagine fitte, mentre proponevano ciò che tutti i cagliaritani avevano sempre sognato (“bilinguismo nella toponomastica cittadina”), riuscirono ad infilare la richiesta del “divieto di attribuire ai luoghi pubblici denominazioni riferite a persone che abbiano avuto ruoli di primo piano nel Partito Nazionale Fascista”, con l’obiettivo pedagogico di costruire una “politica democratica della memoria”.
Proposta cavalcata sopratutto da uno degli attuali candidati sindaco, Enrico Lobina, che si propose alla stampa con tanto di comunicato ad hoc e scheda di approfondimento. Tra i nomi, individuati da Lobina come scandalosi, e quindi da revocare, oltre quello dell’industriale Ferruccio Sorcinelli, anche Enrico Endrich, podestà di Cagliari a fine anni ’20 e parlamentare del Msi nel dopoguerra. Il consigliere, allora di Rifondazione comunista, fu talmente entusiasta dell’iniziativa, da lanciarsi in alcune perle storico-antropologico-culturali: “…questo rafforzamento del bilinguismo attraverso la toponomastica sarebbe incompleto se prescindesse dall’antifascismo” e “…i cagliaritani sono culturalmente sardi e democratici”. Quale modesto risultato conseguì la mozione lo dimostra l’atto vandalico dei giorni scorsi, ad ulteriore prova che a furia di fare i ‘cattivi maestri’ qualche ‘alunno osservante’ si trova.
Suo malgrado, in quell’occasione, al consigliere Lobina (oggi aspirante sindaco), stakanovista della penna ma non della storia, sfuggirono via Giuseppe Biasi (pittore, che aderì alla Repubblica sociale italiana, morendo lapidato il 20 maggio 1945) e piazza Ennio Porrino (musicista, che compose l’inno della Rsi e per questa sua militanza subì un pesante ostracismo nel dopoguerra). E come trascurare il Tribunale di piazza Repubblica ed il Parco delle Rimembranze di via Sonnino, superbi rappresentanti della bieca architettura fascista? Costoro (e i loro emulatori da strada) svolgono perfettamente il ruolo dei ‘gendarmi della memoria’ a senso unico, che brandiscono la storia per fare politica, che sfogliano i libri scritti dai vincitori per dividere il mondo in eterni buoni ed irrimediabilmente cattivi, che si scandalizzano per un terrapieno intitolata ad un fascista (che peraltro da podestà lo fece costruire), ma che abiterebbero gongolanti in via Togliatti o in via Stalin.
Arsenico
(admaioramedia.it)
9 Comments
FaberSardo
Anche ARSENICO interviene sulla vicenda del terrapieno intitolato ad Enrico Endrich, ricordando un episodio di 5… https://t.co/0LNjcJo0Ar
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arsenico2015
All’armi… All’armi… i gendarmi della memoria non vogliono Terrapieno #Endrich https://t.co/hPRIpBR69D #storia #Cagliari #fascismo
Maria Bonaria Usalla
Patetici.
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