Sovente accusata di lentezza burocratica e di meccanismi farraginosi, anche nelle questioni legate al lavoro ed all’occupazione, in questi giorni la Regione Sardegna è riuscita a dimostrare che neanche le elezioni per l’elezione del Presidente e per il rinnovo del Consiglio regionale possono fermare l’immane lavoro degli uffici. Protagonista, in questo caso, l’Assessorato degli Affari generali e del Personale, guidato dell’ineffabile Filippo Spanu, più noto per le sue esternazioni nel ruolo di referente unico per la gestione dei flussi migratori.
Lunedì mattina (25 febbraio), mentre presidenti e scrutatori dei seggi elettorali sparsi nell’Isola lottavano con schede dalle dimensioni inusuali, numeri, voti disgiunti e doppie preferenze di genere, battendo qualsiasi record nel ritardo dei risultati, nelle silenziose stanze di viale Trieste veniva partorita una determinazione (6400/128) per una “selezione pubblica per mobilità esterna per la copertura di 1 posto di dirigente da inquadrare, mediante cessione del contratto di lavoro (Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse) … presso l’Amministrazione regionale, Presidenza – Ufficio speciale Autorità di gestione comune del programma Eni Cbc Bacino del Mediterraneo – Servizio per la gestione della contabilità e pagamenti”.
La Giunta Pigliaru ci aveva abituato a delibere e determinazioni sfornate a ‘quintali’ nei mesi pre-elettorali, ma bisogna confessare che quelle post-elettorali destano maggiore stupore ed ammirazione. Chissà se questo avviso di selezione pubblica per mobilità esterna per la copertura di un posto dirigenziale avrà preso vita in perfetta solitudine e non ci sarebbe da meravigliarsi se la scelta cadesse su qualcuno in uscita da altri organismi regionali, che certamente non sarebbe confermato dalla prossima Giunta di centrodestra.
Sulla liceità della procedura saranno altri, più competenti, a pronunciarsi, ma dell’opportunità è facile dubitare. Un agire non corretto, in verità neanche elegante, da parte di un’Amministrazione in fuga dopo la disfatta elettorale, che cerca di salvare il salvabile finché, preparati i bagagli, non sarà costretta a traslocare dagli assessorati. Una Giunta regionale uscente e non rientrante che produce velocemente un atto di mobilità dirigenziale, proprio durante un lento spoglio, e che difficilmente potrà invocare l’ordinaria amministrazione. Quando si dice l’efficienza della macchina regionale…
Arsenico
(sardegna.admaioramedia.it)