Argea, Laore e Agris: questi gli acronimi dei tre enti pubblici regionali che dovrebbero occuparsi dello sviluppo e del sostegno al comparto agricolo-zootecnico della Sardegna. Senza scomodare un’infinita pletora di consorzi, coop e società varie.
Tutti, naturalmente, a trazione regionale. Argea è l’agenzia che supporta l’Amministrazione regionale in materia di politiche agricole, pesca e acquacoltura, svolgendo tutte le funzioni ed i compiti ad essa attribuite in materia. Laore è l’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale. Promuove lo sviluppo integrato dei territori rurali e la compatibilità ambientale delle attività agricole favorendo la multifunzionalità delle imprese, le specificità territoriali, le produzioni di qualità e la competitività sui mercati. Agris, infine, è l’agenzia deputata alla ricerca scientifica, alla sperimentazione e all’innovazione tecnologica nei settori agricolo, agroindustriale e forestale. Rientra nei compiti dell’agenzia, inoltre, favorire lo sviluppo rurale sostenibile, tutelare e valorizzare le biodiversità, accrescere la qualificazione competitiva della propria struttura nel campo della ricerca.
Questi tre organismi occupano circa 1.500 addetti, a fronte di circa 40.000 operatori che, a vario titolo, appartengono all’immenso mondo dell’agricoltura sarda. Capita spesso che le competenze di tali enti si intersechino o, peggio, si sovrappongano. Causando lungaggini burocratiche ed inevitabili disagi. Chi paga questo pachiderma pubblico? Noi, naturalmente. E gli agricoltori in modo particolare. Perché non accorpare le tre agenzie in un’unica organizzazione, con una sola cabina di regia? Altrimenti, viva la burocrazia.
Giorgio Fresu (da “Tepilora.info”)
(sardegna.admaioramedia.it)