È notizia di ieri che un cittadino pregiudicato del Gambia ha rubato merce per 250 euro alla città mercato e dopo essere stato giudicato colpevole, è stato condannato alla pena di 1 anno e 4 mesi e rimesso in libertà.
Stessa cosa per chi ottiene un decreto di espulsione (i sempre più numerosi algerini che sbarcano nel Sulcis) se rintracciato sul territorio nazionale, viene redatto a suo carico una nuova espulsione. Ironia della sorte, è previsto l’arresto per chi viene trovato in Italia anche se già espulso con accompagnamento alla frontiera. Credete che per coloro esista la possibilità di vedere, anche per pochi giorni, il carcere di Uta? Ovviamente no, non esiste alcuna conseguenza detentiva, nessuna misura, il giorno dopo il processo per direttissima, di nuovo libero con una nuova espulsione in tasca.
Si legge che molti spacciatori nostrani di via Seruci o di Sant’Elia, colti nella vendita di droga direttamente da casa, vengano posti dopo il processo agli arresti domiciliari. Un po’ come un uomo trovato ad accoltellare un amico ed in tribunale, alla fine del processo, gli viene regalato un coltello nuovo. Assurdità, il microcriminale della Marina sa di poter continuare a delinquere perché non ci sono di fatto conseguenze alle sue condotte.
Se spaccio hashish in piazzetta sant’Eulalia, guadagno abbastanza denaro da poter permettermi un avvocato per le udienze, di fatto il mio unico vero problema. Allora perché non spacciare, rubare, picchiare, offendere ed aggredire i poliziotti che mi arrestano? Questo purtroppo è il messaggio che passa ed ancor più grave la consapevolezza che abbiamo regalato, non solo ai delinquenti locali, ma ai molti stranieri, che, ahimè, hanno iniziato a delinquere in terra nostra. Benvenuti in Italia, il paese dei balocchi descritto da Carlo Collodi, diventato tristemente realtà.
Andy Capp
(admaioramedia.it)