Lo scorso 1 giugno, abbiamo pubblicato la ricostruzione storica dell’omicidio del professor Antonio Murgia, avvenuto il 30 agosto 1947 a Guspini: nella piazza adiacente lachiesa di San Nicolò fu lanciata una bomba a mano che lo uccise. Per l’omicidio, tre esponenti del Partito comunista italiano (il sindaco del paese, Eugenio Saba, l’assessore Giulio Fanari e Virgilio Mannai, autore del gesto) furono condannati a 30 anni di carcere. Poi, il 21 luglio, Jadranka Lara Saba, nipote del sindaco Saba, aveva scritto al giornale per contestare la ricostruzione, rendendosi protagonista di un ‘botta e risposta’ con l’autore della ricerca storica, Angelo Abis. Un’altra precisazione della Nipote dell’allora amministratore pubblico, che fu condannato per l’omicidio, dà vita ad una seconda ed ultima puntata sulla vicenda, perché non sono emersi dati nuovi sulla ricostruzione storica ufficiale.
“Ciò che fa veramente ridere, anzi per l’esattezza pena, è oltre al suo articolo il suo commento in risposta al mio – ha scritto Jadranka Lara Saba – Innanzitutto, nessuno ha da ridire sul fatto che il dottor Murgia fosse una onesta e brava persona, ma questo non ha nulla a che vedere sull’ipotesi della colpevolezza di mio nonno nel reato commesso. In secondo luogo, se fosse davvero uno storico, non si sarebbe dovuto limitare a fare copia e incolla dagli articoli dei giornali dell’epoca, ma si sarebbe dovuto documentare sull’intera vicenda, raccogliendo testimonianze da persone di diverso orientamento politico e ottenendo dal tribunale tutti gli atti (visto che sono pubblici) che riguardano questa triste vicenda dall’inizio sino alla fine, non riportando solo i fatti iniziali e considerando solo una versione, altrimenti quello che ha riportato non ha nulla di diverso dalle chiacchiere di condominio. In ogni caso, ci sono molte persone, che a differenza di Lei, hanno realmente e profondamente conosciuto e stimato la persona di Eugenio Saba, per cui siamo sereni così, nonostante, a distanza di tutti questi anni, c’è ancora qualche individuo che, non avendo null’altro da fare si diverte a giocare sui sentimenti e sulla memoria delle persone. Rispetterò il volere di mio padre e di mio nonno, per cui lascerò il passato alle spalle, prendendone spunto e ricchezza interiore per la mia crescita personale. Ognuno ha il suo karma, questo è il suo! Buon lavoro!”
“Egregia Signora, bando alle questioni personali – ha replicato Abis – Se le può far piacere sono un pessimo storico, che si fida solo delle confessioni dei colpevoli, tutti dello stesso partito di suo nonno, delle sentenze del tribunale, dei resoconti dei giornali, fra cui quello steso sull’Unione Sarda dal futuro parlamentare del Pci Peppino Fiori, che fu decisivo per l’incriminazione di suo nonno. Quanto alle testimonianze, le posso dire di aver sentito, quando ero ancora un ragazzino, il racconto che ne fece mio padre che nel 46 fu ufficiale sanitario a Guspini. Le ribadisco che non ho niente di personale contro suo nonno. Tra l’altro ho trattato la questione già in passato su riviste e nel 2013 nel volume ‘Il fascismo clandestino e l’epurazione in Sardegna’. Libro recensito anche dall’Unione Sarda, senza che nessuno smentisse quanto da me raccontato. Ma le dico di più: suo nonno fu condannato in quanto mandante di un omicidio politico, fatto certamente esecrabile, ma allora abbastanza comune e considerato quasi normale, tanto che, suo nonno sindaco, nel cimitero di Guspini campeggiava lo scritto: “fascisti prenotatevi”. Pertanto, allora, poteva succedere che una brava e onesta persona uccidesse o facesse uccidere un’altra onesta e brava persona solo perché quest’ultima aveva idee opposte alle sue. Se lei mi avesse esibito, non dico delle prove certe, ma almeno una narrazione credibile di come andarono effettivamente le cose, non avrei avuto nessuna difficoltà a prenderne atto, ma lei non lo ha fatto o non lo ha potuto fare, perché per dire che suo nonno è innocente deve evidentemente conoscere e fare il nome di chi fu il vero mandante di quel delitto. Per cui, al netto del Karma e della mia pochezza di storico, per la storia l’unico fatto certo e provato è che suo nonno fu il mandante dell’assassinio del dottor Murgia”. (red)
(admaioramedia.it)