Stoccavano all’aperto e sversavano fanghi acidi, amianto, cloruro, olii e rifiuti di varia natura, lavoravano all’aperto sostanze velenose all’ingestione causando un vero e proprio disastro ambientale. Per questo sette persone sono state arrestate dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale nell’ambito di un’operazione alla Fluorsid di Cagliari per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi delitti ambientali, inquinamento e disastro ambientale.
In esecuzione dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, Maria Cristina Ornano, su richiesta del pubblico ministero Marco Cocco, sono finiti in carcere il direttore dello Stabilimento Fluorsid, il responsabile della sicurezza e Ambiente dell’azienda, il responsabile della produzione Fluorsid, un dipendente e un ex dipendente della società Ineco. Arresti domiciliari invece per il titolare della Ineco e altre società di servizi operanti nello stabilimento Fluorsid e di un funzionario tecnico dipendente Fluorsid.
Durante l’operazione è stato disposto il sequestro preventivo di due aree di proprietà della Fluorsid: la prima area nello stabilimento di Macchiareddu (circa tre ettari di cumuli di materiali stoccati all’aperto), la seconda di cinque ettari in località Terrasili, nella periferia di Assemini, per stoccaggio di materiali vari.
L’ordinanza del Gip evidenzia l’azione di una vera e propria associazione criminale contestando tra l’altro una grave contaminazione dell’aria con la dispersione di polveri nocive provenienti dallo stabilimento Fluorsid dal cantiere di Terrasili, una grave contaminazione dei suolo e delle falde acquifere e una contaminazione da fluoro negli allevamenti a Macchiareddu. Nonché, come detto, l’interramento e lo sversamento di rifiuti pericolosi.
L’indagine era partita dopo che il servizio veterinario aveva segnalato in alcune greggi di pecore che pascolavano nella zona di Macchiareddu sintomi di flurosi, patologia che determina gravi danni all’apparato dentario e osseo e impedisce agli animali di alimentarsi. I forestali hanno raccolto dichiarazioni testimoniali e querele, effettuato sopralluoghi, acquisito documenti, effettuato pedinamenti e controlli, incaricando i laboratori universitari di effettuare rilievi e analisi chimiche. Ma è stata soprattutto l’intercettazione delle conversazioni a rivelare che le attività illecite erano frutto di una precisa e organizzata metodologia di lavoro nella quale dai vertici aziendali venivano sistematicamente ordinate tutte le attività illecite riscontrate.
I riscontri hanno permesso di accertare e documentare che dalle lavorazioni dello stabilimento della Fluorsid si sviluppano ingenti quantità di polveri anche sottili (PM10) rilevate dalle centraline Arpas posizionate nell’area dello stabilimento che negli ultimi sei anni hanno registrato il superamento dei valori di legge. Successivi approfondimenti, attraverso rilievi analitici eseguiti dal Dipartimento di Chimica Università di Cagliari, hanno permesso di rivelare sia sugli strati superficiali del suolo che sull’erba da pascolo, concentrazioni elevatissime di fluoro. Il progressivo peggioramento dei valori di inquinamento è stato messo in correlazione con plurimi e sistematici illeciti ambientali quali l’occultamento e l’interramento di fanghi acidi al suolo. Gli effetti di questa condotta avrebbero avuto effetti anche sugli abitanti delle zone periferiche dell’abitato di Assemini che, si legge nell’ordinanza, “lamentavano che, specie quando spirava il vento, le polveri si infilavano in casa anche attraverso gli infissi, creando dappertutto una densa patina biancastra; tutti avevano lamentato bruciori agli occhi ed alle vie respiratorie, avevano riferito dell’odore acre e acido delle polveri. Alcuni avevano notato effetti nocivi sui figli minori, e altri li avevano paventati”. Inoltre agli arrestati viene contestato anche lo sversamento di fanghi acidi nella laguna di Santa Gilla. (red)
(admaioramedia.com)