La rabbia dei dipendenti Aias, che rivendicano il pagamento degli stipendi arretrati e stanno presidiando da giorni le strutture di Domusnovas, Cortoghiana e Decimomannu, approderà domani pomeriggio in Consiglio regionale, quando sarà discussa la mozione presentata dal centrosinistra “sull’adozione di misure urgenti per risolvere i gravi problemi in cui versano i dipendenti dell’Aias e della Fondazione Randazzo”.
“Una volta per tutte si faccia chiarezza sulla vicenda Aias, mettendo a disposizione del Consiglio regionale le carte di questa delicata faccenda, per ora nota soltanto a una parte dei soggetti coinvolti”, commenta Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale. “La mozione è sicuramente ottima, in quanto utile per accendere gli animi e portare la discussione in Aula – aggiunge Locci -. Ma lo dicano chiaramente, i firmatari del documento, non servirà certamente per risolvere il problema. La verità è che il Consiglio regionale non ha gli strumenti per sciogliere la questione, in primo luogo perché non si è ancora fatta luce sulle vere problematiche. Di sicuro sappiamo che i dipendenti non percepiscono lo stipendio da nove mesi, che il servizio erogato rischia di avere gravi ripercussioni a danno degli assistiti e che la Giunta sembra voler accettare passivamente il tutto. Sarebbe opportuno, dunque, che si facesse finalmente chiarezza, bandendo le discussioni sterili e cercando di arrivare al nodo di una vicenda che sta assumendo contorni imbarazzanti”.
Il consigliere dei Riformatori Sardi Michele Cossa chiede lumi all’assessore alla Sanità Luigi Arru. “Arru riferisca in aula sulla situazione dell’Aias – afferma Cossa -: non è accettabile che i lavoratori siano costretti allo sciopero della fame per ottenere lo stipendio che si sono guadagnati. La situazione è paradossale, e non può andare avanti a lungo. Le famiglie dei lavoratori sono allo stremo, e il servizio nei confronti degli assistiti ne risente pesantemente. L’assessore della Sanità spieghi nel dettaglio all’Assemblea regionale lo stato delle cose e quali sono le prospettive per i dipendenti e per i pazienti, che rischiano da un momento all’altro di trovarsi abbandonati”.
Manifestando solidarietà alle centinaia di lavoratori e alle loro famiglie, ma senza dimenticare i tantissimi pazienti dell’Aias che in questa situazione di stallo rischiano di rimanere senza assistenza e cure, il capogruppo dell’UDC Gianluigi Rubiu, evidenzia la necessità di una svolta urgente che chiarisca una volta per tutte e senza rimpalli le responsabilità sugli incomprensibili rallentamenti del pagamento delle retribuzioni ai lavoratori.
“Troppe ambiguità si intrecciano sui conti – sottolinea Rubiu -. Sarà fondamentale approfondire se i disagi sono legati alle lungaggini nell’erogazione delle risorse da parte della Regione. Vogliamo sapere dalle dichiarazioni dell’assessore Arru i motivi del ritardo degli stipendi, perché sta diventando inaccettabile utilizzare i lavoratori come anello debole per l’assurdo braccio di ferro con la Regione. E’ in gioco il futuro di una delle aziende socio sanitarie più importanti della Sardegna – conclude Rubiu –: occorre trovare una soluzione perché vengano tutelati i diritti dei lavoratori, messi a rischio dalla mancanza di prospettive per il futuro, e le aspettative dei soggetti svantaggiati in cura nelle diverse strutture sparse nei diversi territori dell’Isola”. (red)
(admaioramedia.it)