AGRICOLTURA, Deidda (FdI): “Decisione Ue è mazzata sul comparto olivicolo sardo. Nostri ulivi valgono meno di quelli tunisini?”

Secondo recenti stime il fabbisogno italiano di olio è valutato in un milione di tonnellate, però la produzione è in calo in tutte le regioni Italiane, Sardegna compresa, con un -40% rispetto all'anno prima: meno di 400mila tonnellate. I fattori sono molteplici, clima, mosca olearia, alto costo del lavoro, ma soprattutto la forte concorrenza dei paesi extraeuropei. 

La Commissione europea ha emanato una proposta, che dovrebbe essere ratificata in tempi brevi dal Parlamento europeo, che prevede l'importazione di 35mila tonnellate di olio tunisino, in aggiunta alle attuali 56.700 già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, togliendo i dazi previsti per i prodotti extraeuropei: “E’ un segnale forte della solidarietà dell'Unione europea con la Tunisia, in gravi difficoltà economiche dopo gli attentati terroristici, e fa seguito all'impegno che ho assunto lo scorso luglio nei confronti del primo ministro Essid e del ministro degli Affari esteri Baccouche”, ha spiegato Federica Mogherini, alto rappresentante per gli Affari esteri della Ue.

"Uno scopo nobilissimo se non fosse che comporterà un ulteriore mazzata per il comparto olivicolo nazionale e sardo – ha commentato Salvatore Deidda, coordinatore regionale Fratelli d'Italia – Risulta ancora più indecente visto che la stessa situazione di crisi la vivono i nostri agricoltori colpiti non dal terrorismo, ma dalle politiche economiche di questa Unione europea e dei Governi nazionali guidati dalle marionette di Bruxelles. Prima le sanzioni contro la Russia ed ora questa decisione sempre sulle spalle dei cittadini e dei più deboli”.

“Forse, i nostri ulivi valgono meno di quelli tunisini? – ha chiesto Deidda – Le Istituzioni sarde si mobilitano, a partire dai Comuni e dalla Regione, per svegliare i nostri europarlamentari ed il nostro Governo. Va valorizzato il nostro prodotto e va incentivato il ritorno alla produzione, considerato il fabbisogno nazionale, come del resto chiesto più volte dalla Coldiretti, con maggiore attenzione e più azioni per portare e avvicinare i giovani e i disoccupati al ritorno nei campi". (red) 

(admaioramedia.it)