“Per affrontare la minaccia rappresentata dalla Xylella fastidiosa, servono controlli sanitari sulle merci in ingresso nei porti e negli aeroporti sardi.” E’ la proposta di Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi, primo firmatario della proposta di legge, presentata dai gruppi consiliari di centrodestra, bocciata in Commissione Sanità e poi riproposta con procedura d’urgenza, per la lotta al parassita degli ulivi che sta imperversando in Puglia e che potrebbe introdursi anche in Sardegna, ma anche ad altri agenti patogeni che ciclicamente arrivano nell’Isola.
“La Xylella è un problema incombente sulla Sardegna e purtroppo non è il solo – ha aggiunto Dedoni – Le isole sono caratterizzate da endemismi, gli agenti patogeni arrivano dall’esterno e proliferano fino ad azzerare interi comparti produttivi, come è accaduto con la peste suina africana. Il nostro settore agroalimentare è fatto di produzioni tipiche di alta qualità ed il patrimonio olivicolo minacciato è tra i migliori in Italia, come dimostrano i numerosi premi vinti nel corso degli anni. I controlli servono a tutelare la nostra agricoltura e la nostra zootecnia, ad assicurare la qualità dei nostri prodotti: basti pensare che circa il 60% degli agnelli consumati in Sardegna è di importazione e altrettanto vale per i maialetti. Noi proponiamo di istituire un sistema di controlli da affidare alle Asl e all’Istituto zooprofilattico per la parte che riguarda la sanità animale e all’agenzia Laore per la parte fitosanitaria.”
In Sardegna esiste già un posto di ispezione frontaliera, con sede a Sassari, e un altro è stato autorizzato presso l’Autorità portuale di Cagliari, ma è “qualcosa di molto diverso da ciò che proponiamo – ha sottolineato l’esponente dei Riformatori – Alcuni hanno confuso le due cose, arrivando a sostenere che i controlli sarebbero di competenza dello Stato e dell’Unione europea. Invece, la materia rientra all’interno di competenze che già esistono in capo a settori della Regione.”
“Noi sardi siamo bravissimi a creare cordoni sanitari per le merci in uscita dalla nostra Isola, ma non siamo altrettanto bravi a crearli in ingresso – ha aggiunto il capogruppo di Area popolare, Gianluigi Rubiu – La Xylella è comparsa per la prima volta in America, in Puglia è stata scoperta nel 2012 e, come è arrivata lì, può arrivare anche da noi. Il pericolo è di una gravità estrema e lo stiamo sottovalutando così come abbiamo fatto a suo tempo con la blue tongue e il punteruolo rosso. Rischiamo di trovarci a importare il 100% dei prodotti agroalimentari”.
Infine, l’ex assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi (Forza Italia): “Quando le infestazioni si sono già presentate, si può intervenire solo con i risarcimenti, che sono finanziati con risorse regionali. Abbiamo speso decine e decine di milioni finora, istituire i controlli ci costerebbe molto meno”.
L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, che proprio ieri ha incontrato a Roma il collega della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, intrattenendosi sullo stato dell’epidemia, ha risposto rassicurando sulle misure adottate: “Con le strutture dell’Assessorato e delle agenzie agricole stiamo facendo il possibile per ridurre i rischi di ingresso della Xylella fastidiosa. Lo stiamo facendo sia attraverso i controlli nei porti sia attraverso quelli effettuati nei vivai. Stiamo predisponendo una serie di ordinanze che nel rispetto della normativa vigente ci consentano di facilitare il lavoro di controllo. Il servizio produzioni dell’Assessorato è riuscito ad ottenere anche uno specifico finanziamento dell’Unione europea che ci consente di fare, per quest’anno e per quelli a seguire, un ulteriore monitoraggio straordinario su 250 ettari, con 1200 analisi di laboratorio, oltre al monitoraggio ordinario già previsto dal Piano regionale di contrasto alla Xylella.” (red)
(admaioramedia.it)