La Commissione europea,al termine di un ’inchiesta, ha riconosciuto il danno verso i produttori di riso italiani a causa delle importazioni dai Paesi meno avanzati (Pma) ed ha deciso di applicare la clausola di salvaguardia a tutela della filiera risicola europea, che sarà adottata dal 2019. Consiste nell’applicare alle importazioni da quei paesi i dazi per un periodo di tre anni, pari a 175 euro a tonnellata per il primo anno e, in misura ridotta, per il secondo e terzo anno.
“Una notizia positiva per tutta la risicoltura italiana e anche per quella isolana, specie oristanese – hanno commentato il presidente ed il vice direttore di Coldiretti Oristano, Giovanni Murru ed Emanuele Spanò – E’ una decisione che può ridare fiato alle nostre produzioni di qualità che rispettano rigide procedure a tutela della salute dei consumatori. I risicoltori oristanesi possono riconquistare un mercato alterato e svilito dalle importazioni di riso asiatico, con i prezzi all’origine crollati ad un livello da non coprire i costi di produzione. Attendiamo la revoca dal 2019 delle esenzioni daziarie, con la decisione formale assunta dagli Stati membri nell’ambito del Comitato del sistema delle preferenze generalizzate con l’auspicio che i presupposti tecnico-giuridici consentano di fissare il dazio a 175 €/ton per tutti i tre anni”.
“Le concessioni a Cambogia e Myanmar (ex Birmania, ndr) hanno fatto crollare le coltivazioni di alcune varietà di riso e, indirettamente, abbattuto i prezzi– hanno concluso i due dirigenti Coldiretti – Ci attendiamo ora che la decisione porti ad una ripresa nel mercato dei risoni dopo anni di autentica carestia e anche nell’Oristanese l’oro bianco riprenda la giusta remunerazione economica”. (red)
(admaioramedia.it)