L’indebitamento dell’agricoltura in Sardegna nei confronto delle banche è stimato in circa 800milioni di euro (dati 2010). L’esposizione debitoria aziendale è maggiore nelle aree di pianura, irrigue, dove sono stati effettuati maggiori investimenti, in particolare nel settore serricolo (39%), florovivaistico (19%) e della cooperazione per la trasformazione dei prodotti agricoli (14%).
Ciò nonostante, la Coldiretti Sardegna, che considera la ristrutturazione del credito ed il microcredito argomento di vitale importanza per l’agricoltura, denuncia che “sul credito agricolo è calato il silenzio da parte della Giunta regionale. Nonostante le promesse e gli assensi alle nostre proposte le imprese agricole non hanno ancora nessuno strumento”.
“Sollecitiamo in continuazione la Giunta regionale senza successo – ha spiegato il presidente regionale, Battista Cualbu – Purtroppo, in viale Trento cambiano gli attori ma le risposte sono sempre le stesse: approvazione delle idee ma nessun atto concreto. Serve una vera e propria strategia che per il momento non vediamo. Anche la Finanziaria è stata deludente e ha disatteso le nostre aspettative. Non è stato attivato neppure il microcredito, che già dalla scorsa legislatura avevano annunciato di volerlo estendere anche all’agricoltura”.
“Il momento positivo permette un’azione complessiva, inclusiva anche del mondo cooperativistico (che ha una forte esposizione debitoria), che conduca il comparto agricolo a scrollarsi dei pesi del passato derivanti spesso da azioni politiche poco attente – ha aggiunto il direttore Luca Saba – Secondo noi serve un’azione sinergica tra la Regione, la Sfirs e le Banche per individuare un percorso per la ristrutturazione e il riposizionamento del debito”.
“L’agricoltura sarda ha forte necessità di questi strumenti – hanno spiegato i dirigenti Coldiretti – Ha un indebitamento di oltre 800milioni di euro. La vecchia provincia di Cagliari è il territorio con più ‘debito incagliato ed in sofferenza’ d’Italia dopo la provincia di Latina, rappresentando oltre il 60% del dato regionale. Non stiamo chiedendo finanziamenti a fondo perduto, ma un seria programmazione e una politica di settore ad hoc che consenta, a quello che anche secondo la Regione rappresenta il pilastro della nostra economia presente e futuro, di poter guardare al futuro con più fiducia”. (red)
(admaioramedia.it)