Una corsa contro il tempo per restituire il meno possibile all’Unione europea, che cofinanzia il Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007/13 con 572 milioni di euro (44% della dotazione finanziaria complessiva). Il restante 56% di risorse (728 milioni di euro) era garantito dallo Stato (circa 628 milioni di euro) e dalla Regione (circa 100 milioni di euro), per un totale complessivo di circa 1.300 milioni di euro. Risorse da spendere entro il 31 dicembre 2015, cioè al massimo dopo due anni dalla fine del Programma.
“Rispetto all’inizio dell’anno, l’Assessorato dell’Agricoltura è riuscito a ridurre i soldi da restituire – ha sottolineato Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna – Possiamo dire che si sono limitati i danni, ma non ci sono assolutamente le condizioni per festeggiare. La Regione, che non è riuscita a spendere 26 milioni di euro (tra fondi comunitari, statali e regionali) e si classifica al terzo posto della lista nera delle Regioni italiane che disimpegnano più fondi comunitari (dopo Sicilia e Campania), dovrebbe fare autocritica e chiedersi perché continuiamo sempre a commettere gli stessi errori. Infatti, cambiano le Giunte e i colori delle maggioranze ma non la capacità di non riuscire a spendere tutti e bene i fondi che ci mettono a disposizione”.
“Importo da restituire – ha evidenziato Cualbu – che purtroppo potrà solo aumentare in relazione all’esito del contenzioso giudiziario o amministrativo che ha congelato la somma di 1.356.000 euro di fondi comunitari, ai quali vanno sommati 1.726.000 euro di fondi nazionali per un totale di circa 3 milioni di euro. Al momento sono a rischio 29 milioni di euro circa. Ai fondi disimpegnati occorrerebbe affiancare anche una scheda riepilogativa della qualità della spesa, perché la nostra Regione si porta dietro la brutta abitudine di inchiodarsi alla burocrazia e a scelte politiche poco coraggiose: si spulciano e fanno le radiografie, correggendo anche le virgole ai progetti dei nostri imprenditori agricoli per anni, per poi aprire gli argini negli ultimi mesi a spese non prioritarie, a volte inutili, che comunque esulano dal programma ma hanno il solo vantaggio di prosciugare il bacino dei fondi messi a disposizione dal Psr”. Secondo la Coldiretti, nei primi quattro mesi del 2015 “si è rimasti praticamente fermi (circa 200mila euro, l'1% degli euro rendicontati in tutto l’anno); ad ottobre eravamo al 41%, lasciando il 59% della spesa agli ultimi due mesi”.
Il consigliere regionale de La Base, Gaetano Ledda, accusa il responsabile regionale dell'Agricoltura nella Giunta Pigliaru, Elisabetta Falchi: “I dati confermano ancora una volta il bluff e la poca attendibilità dell'Assessore, che continua a vendere fumo, lasciando senza guida un settore tra i più solidi dell'economia sarda in un momento strategico in cui servono visione e scelte importanti. I suoi toni trionfalistici sono fuori luogo e imbarazzanti. Si accontenta di aver speso tanto per spendere e non si preoccupa di aver disimpegnato 26 milioni di euro. Fondi che avrebbero dato una grossa boccata di ossigeno all'economia sarda. Un fallimento dunque che non può essere nascosto dai giochetti e gli artifici della responsabile di via Pessagno. Non si continui con la solita tiritera dello scaricabarile perché la guida in Sardegna è cambiata da due anni. Ci si assuma la proprie responsabilità e ci si faccia da parte per manifesta incapacità”. (red)
(admaioramedia.it)
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