“Forte preoccupazione tra gli operatori agricoli per i danni causati dalla fauna selvatica e negli uffici di Coldiretti si ripetono solleciti e richieste di un intervento risolutivo.” Lo denuncia in una nota la Federazione provinciale Coldiretti di Oristano, segnalando una forte pressione nei territori da parte di corvi, cormorani, gabbiani e cornacchie, oltre a cinghiali e pure nutrie, che provoca tra i produttori agricoli il timore di andare incontro ad un’altra annata di campi e di produzioni distrutte.
“I danni segnalati da tutta la provincia sono per milioni di euro – prosegue la nota dell’Associazione di categoria – Dall’alto Oristanese, dalla Marmilla, dal Sinis, dal terralbese. Il 2014 e stato un autentico bollettino di guerra con campi ostaggi di uccelli e raccolti distrutti. Centinaia di ettari con colture compromesse, spesso, il 60% del raccolto non commerciabile, specie nelle coltivazioni di meloni e angurie ma, anche su alcune ortive. Nel solo comune di Cabras, nel 2014 sono andati perduti 22 mila quintali di meloni e 12 mila quintali di angurie. Danni anche alle attrezzature irrigue, ad erbai e campi di cereali. Non va meglio per i pescatori pesantemente danneggiati dai cormorani. Ed ora si aggiunge anche il fattore nutria. Un problema che Coldiretti ritiene si stia sottovalutando e, in prospettiva di difficile gestione. Infatti, con 3/4 filiazioni annue e una adattabilità a qualsiasi habitat, sta popolando rapidamente tutti i rivi e canali provinciali. Il Ministero della Salute ha chiarito che la competenza nella gestione delle popolazioni di nutrie, dei programmi di abbattimento e dello smaltimento delle carcasse degli animali abbattuti è dei Comuni. Spetta dunque all’Ente locale l’adozione di ordinanze urgenti in particolari situazioni di criticità, il coordinamento e il supporto finanziario della Regione appare indispensabile.”
In questo scenario, la Coldiretti lamenta che “le risorse regionali per gli indennizzi sono scarne e gravate da procedure complesse e difficili”, perciò gran parte delle aziende agricole rinuncia a chiedere gli indennizzi.
“Abbiamo sollecitato più volte un incontro con la Regione, l’Assessorato dell’Ambiente e dell’Agricoltura, ma nonostante le continue richieste, anche da parte dei comuni del territorio, nessun piano organico e stato presentato dalle Istituzioni regionali – ha spiegato Giuseppe Casu, direttore provinciale Coldiretti – Si tratta di un silenzio non più sostenibile che sposta nel tempo la soluzione di un problema non più differibile, e che rischia di aumentare i fattori di pressione della fauna selvatica sul territorio, con la concreta possibilità, per alcune specie, di non essere più governate.”
In risposta alla Coldiretti, nel settembre 2014, l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, si era impegnata ad attivare una interlocuzione con l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano, per revisionare il Piano triennale di abbattimento con il coinvolgimento delle Associazioni e a lavorare per garantire un equo indennizzo alle Aziende, ma, aggiunge Coldiretti, “gli impegni finora sono stati disattesi”.
Per Coldiretti serve un coordinamento tra assessorati regionali ed i diversi enti competenti; un’idonea programmazione faunistica di lungo periodo a livello territoriale; un invito ai produttori che hanno subito danni da fauna selvatica a presentare le istanze di risarcimento; un’azione immediata per indennizzare le perdite di produzione; un preciso impegno della Giunta regionale di destinare al capitolo indennizzi una congrua dotazione finanziaria, con uno snellimento delle procedure. (red)
(admaioramedia.it)