Il dibattito sulla cancellazione dalla normativa italiana del divieto del latte in polvere per la produzione di formaggi, richiesta all’Europa con una diffida all’Italia, ha evidenziando i danni ingenti che potrebbe subire l’intera filiera casearia, soprattutto sarda. Il problema è stato rilanciato a Bruxelles con la presentazione alla Commissione Ue di un’interrogazione che ha come primo firmatario l’europarlamentare Salvatore Cicu.
La risposta del commissario Phil Hogan suona come un campanello d’allarme: “La Commissione è ancora in attesa di un riscontro delle autorità italiane nell’ambito del dialogo formale con esse avviato. Pertanto, allo stato attuale, è obbligatorio indicare tutte le più importanti informazioni per tipi o categorie specifici di alimenti, a condizione che tali indicazioni siano giustificate da motivi di protezione della salute pubblica, protezione dei consumatori, prevenzione delle frodi, e indicazioni di provenienza e delle denominazioni d’origine controllata”.
Il commento di Cicu rappresenta anche un invito al Governo Nazionale a riprendere le interlocuzioni con gli organi europei: “Siamo di fronte ad un preoccupante stallo – ha detto – Le responsabilità dell’Esecutivo Italiano sono forti, non si può restare in silenzio davanti ad una minaccia così destabilizzante per le nostre eccellenze casearie. L’Europa continua ad imporre la sua volontà senza alcuna reazione da parte del nostro Governo. È dunque necessario un intervento nel Parlamento Italiano per risvegliare l’attenzione delle istituzioni nazionali”.
“La Sardegna – ha aggiunto l’esponente del Ppe – vanta una quota importante del patrimonio ovino nazionale, che produce oltre 300 milioni di litri di latte ogni anno. Ci sono produzioni di altissima qualità che incontrano il favore dei mercati nazionali ed internazionali: nelle ultime rilevazioni il pecorino ha spuntato prezzi assolutamente significativi superiori alla valutazione media del famoso ‘parmigiano’. Non solo. Nei primi mesi del 2015, i prodotti caseari hanno ottenuto una crescita del 9,3% nell’esportazione in particolar modo verso l'America. Perciò, l’Ue dovrebbe curare con maggiore impegno e determinazione la ‘Certificazione di qualità’ a tutela della storia della nostra terra che sempre più viene apprezzata in tutto il mondo”. (red)
(admaioramedia.it)
18 Comments
Romano
Vorrei capire una cosa. Se l'UE invita l'Italia a rimuovere il divieto di produrre il formaggio con l'uso di latte in polvere, nei formaggi Dop tale divieto è inserito nei disciplinari di produzione, approvati dalla stessa UE. Quindi non vedo un pericolo per le nostre produzioni a Denominazione d'Origine. Quindi se al consumatore si inculca il messaggio che i nostri formaggi sono fatti senza latte in polvere e lo si scrive ben evidenziato sulle etichette e suo messaggi pubblicitari potrebbe essere un nostro punto di forza. Cosa ne pensa Cicu? Risponderà?
Tea Cuccus
No,veramente non si può accettare una “castrazione” simile. Ma stiamo impazzendo? Continuano pure a offendere la nostra intelligenza con frasi ” a condizione che tali indicazioni siano giustificate da motivi di protezione della salute pubblica, protezione dei consumatori, prevenzione delle frodi, e indicazioni di provenienza e delle denominazioni d’origine controllata”. Si sa benissimo quanto tengono alla nostra salute… non ci sarebbe questo movimento truffaldino. Sveglia !!!
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