Il contingente italiano del Train advise assist command west (Taac w), composto dai militari della Brigata Sassari, ha portato, nell’ambito dei progetti di cooperazione, la solidarietà della Sardegna a favore di un quartiere povero di Herat e del villaggio di Murghab.
Agli elder (anziani che in ogni comunità rivestono un grande ruolo sociale ed istituzionale) sono stati consegnati beni di prima necessità, come materiale per l’infanzia, coperte, abbigliamento per bambini e per adulti, materiale sanitario, alimenti e giocattoli che sono arrivati grazie alla donazione dell’istituto comprensivo di San Nicolò Gerrei e delle scuole dell’infanzia e primaria di Villasalto e di altre associazioni benefiche sarde. Alla cerimonia di donazione, svoltasi alla presenza del Comandante del Taac-w, hanno partecipato anche alcuni bambini colmi di gioia e incredulità al momento della consegna dei giocattoli.
“Sono molto riconoscente al popolo italiano per gli aiuti concreti che nel tempo sono stati donati al mio villaggio e che ci permetteranno sicuramente di superare l’inverno con meno preoccupazioni – ha dichiarato l’Elder del villaggio di Murghab – Conosco gli italiani da molti anni: da loro abbiamo ricevuto donazioni di beni di prima necessità, assistenza medica per la nostra gente e visite veterinarie per il nostro bestiame”.
Il supporto alla popolazione è una delle attività che si affianca a quella principale di addestramento e assistenza alle forze di sicurezza afghane, obiettivo primario della missione, e viene realizzato sia in maniera diretta con progetti individuati e condotti dal contingente nazionale, sia facilitando la distribuzione di aiuti umanitari provenienti da organizzazioni benefiche nazionali. (red)
(admaioramedia.it)
One Comment
Il Consumatore
I nostri soldati devono fare i soldati, oppure fare i Babbo Natale? Oltre al lavoro che fanno di muratori, rifacimento scuole e strade, ponti, ecc.
Per queste opere di solidarietà, perchè non vanno le Caritas e le Onlus che speculano nel Mediterraneo? Troppo pericoloso? Ci siamo dimenticati nostri morti di Herat?