In questi giorni sui social assistiamo all’improvvisa ansia da prestazione di alcuni che, dopo una vita trascorsa acciambellati al caldo rassicurante del sistema di potere italiano e sardo, si ritagliano sui social un improvviso, quanto tardivo, ruolo di osservatori, di bene informati, di censori dei costumi altrui.
Costoro, a bordo del ‘ring’ politico, menano giudizi con l’accetta, inventano scenari, ruoli, tessere, immaginano fili neri con le immancabili suggestioni su massoneria, mattone, medici. O forse, soltanto su alcuni di essi. Tuttavia, dopo una vita trascorsa con la schiena piegata a ossequiare i potenti, hanno qualche difficoltà a guardare la realtà a 360 gradi. Vedono, ad esempio, ‘fratellanze’ massoniche ovunque, e non sempre ci azzeccano, ma non dicono una parola su ‘fratellanze’ che non sono di loggia, ma di sangue.
Come quella che accomuna il presidente del principale banco della Sardegna e l’assessore della Sanità, che per la cronaca gestisce anche la metà del bilancio regionale. Né vedono ‘sorellanze’ tra un assessore e una signora che ha vinto diversi appalti durante questa Legislatura. Senza alcuna malignità, essendo noto che ha lavorato tanto anche con le giunte di centro-destra, ma forse per questioni di opportunità… E che dire di una ‘cuginanza’ di Soru assessore al Turismo? Per carità, lei è di sinistra e quindi brava per definizione, quindi… E nella zona portuale, forse, sfugge qualche fratellanza o vicinanza di fatto…
Vedono legami, trame e intrecci, si intrattengono sui titoli di studio di un senatore, non sui ‘zeru tituli’ del Sindaco di Cagliari, ma nulla dicono sul fatto che il Presidente della Regione abbia come suo vice il collega professore universitario, in piena sintonia con una tradizione che vede presso le Università di Cagliari e di Sassari numerosi spiacevoli casi di omonimia, sicuramente riconducibili al caso, alle doti di chi siede dietro una cattedra e giammai ad una parentela.
Alcuni di questi novelli duri e puri dicono di ispirarsi ad una novella Eleonora d’Arborea del Terzo Millennio, di cui invece si sa poco o niente. Se non che il suo ingresso nell’agone politico sardo, a grande richiesta di non si sa chi, potrebbe avere un unico risultato: quello di favorire la vittoria di Massimo Zedda. Riportando alla mente il ‘divino Giulio’ , quello che ricordava come “a pensare male si fa peccato, ma…”. Intanto, gli improvvisati castigatori del potere troveranno una finestra per rientrare nel sistema e ricominciare ad adularlo.
Actarus
(admaioramedia.it)