Dopo la sentenza della Corte costituzionale che, su ricorso del Governo Renzi, ha dichiarato illegittimo l’articolo 1 della Finanziaria 2014 relativo alle accise, i consiglieri regionali del centrodestra si sono schierati compatti in difesa della scelta che fecero quando governavano, in testa l’ex Governatore, Ugo Cappellacci: “Le battaglie non si vincono con le ritirate o la bandiera bianca, la mancata costituzione in giudizio della Regione è stata uno dei tanti atti di viltà e sottomissione, che purtroppo proseguono con il ritiro dei ricorsi promossi nella precedente Legislatura dalla nostra Giunta con il sostegno dell’intero Consiglio regionale. La rivendicazione delle accise aveva lo scopo di assicurare all’Isola i proventi fiscali di un’attività che si svolge, con conseguenze rilevanti, nella nostra terra, di destinare i proventi in parte alla realizzazione di infrastrutture e in parte all’abbassamento dei prezzi della benzina. L’attuale Giunta ha abbandonato completamente questa battaglia pur di non disturbare il manovratore Renzi. Saranno gli stessi Sardi a raccogliere la bandiera della fiscalità di vantaggio e di quel grande obiettivo storico della zona franca, lasciata cadere colpevolmente da una Giunta di don Abbondio.”
Per Alessandra Zedda (Forza Italia), la sentenza della Consulta “non inficia la bontà di una battaglia storica per l’autonomia fiscale e la zona franca. La fiscalità di vantaggio può rappresentare non solo una boccata d’ossigeno per la Sardegna che produce, ma anche un acceleratore della ripresa economica. Con una sentenza favorevole avremmo avuto subito maggiori risorse per la Sardegna e scongiurato gli aumenti delle accise stabiliti dal Governo Renzi, soprattutto quelli della benzina agricola che colpiscono un settore tradizionale della nostra economia”.
Il presidente Pigliaru e l’assessore Paci, sono i bersagli per Attilio Dedoni (Riformatori): “Mentre si riempiono la bocca con le presunte centinaia di milioni che contano di strappare allo Stato con la conclusione della ‘vertenza entrate’, hanno fatto perdere alla Sardegna non meno di un miliardo di euro all’anno, rinunciando a costituirsi in giudizio davanti alla Consulta secondo la linea dettata dal governo Renzi e convintamente sottoscritta dall’Esecutivo regionale. La nuova politica regionale delle entrate consiste nell’accontentarsi dei soldi che, di volta in volta, il Governo deciderà di concedere alla colonia d’oltremare anziché rivendicare fino all’ultimo centesimo quanto è scritto nell’art. 8 dello Statuto.”
Michele Cossa dei Riformatori, che si era costituito in giudizio assieme al collega Dedoni, chiedendo inutilmente alla Consulta di essere loro a rappresentare i Sardi al posto della Giunta, preannuncia nuove iniziative: “Una decisione pressoché scontata con un Esecutivo sempre più nemico dei Sardi. Noi non ci fermiamo, abbiamo già pronto il ricorso alla Corte di giustizia europea e una grande manifestazione a Lussemburgo per difendere i diritti dei sardi. Sono soldi dei sardi che devono restare in Sardegna.”
In serata, la risposta dell’assessore regionale del Blancio, Raffaele Paci: "Basta con le bugie che alimentano false illusioni e speranze nei Sardi. Continueremo a difendere gli interessi della Sardegna anche sul versante accise e a combattere perché tutti i nostri diritti vengano rispettati e tutto quanto dovuto dallo Stato entri nelle nostre casse, ma facendo battaglie nel modo opportuno e seguendo i percorsi stabiliti dal nostro stesso Statuto. Una legge regionale ordinaria non può modificare una norma dello Statuto che ha valore costituzionale, è un vizio procedurale evidente a chiunque che infatti è stato bocciato dalla Consulta. Chi continua a polemizzare su questo argomento o non sa neanche come funziona la Corte costituzionale, che agisce esclusivamente nel rispetto delle norme e del diritto, oppure strumentalizza la situazione per approfittare della buona fede dei cittadini. Queste vertenze si portano avanti con serietà e non con battaglie inutili e dunque perse in partenza. Sapevano perfettamente che la norma era illegittima tanto che lo sbandierato miliardo che sarebbe dovuto arrivare dalle accise sui carburanti loro stessi non lo hanno inserito fra le entrate della scorsa finanziaria".
Ma l’opposizione non si è arresa e dal capogruppo azzurro, Pietro Pittalis, è arrivato l’ennesimo atto d’accusa sulla strategia scelta dalla Giunta nei confronti dello Stato: “Prima hanno promesso grandi vantaggi e poi, rimasti con un pugno di mosche, hanno aumentato l’Irap e indebitato i sardi per 700 milioni di euro. Ci vuole un bel coraggio a parlare di stupidaggini da parte di chi si è fatto sfilare da Renzi centinaia di milioni senza battere ciglio e addirittura chiede ai Sardi di ringraziare e si è assunto la gravissima responsabilità di non applicare una legge perfettamente vigente e mai impugnata da nessuno, come quella che liberava le risorse per gli enti locali. Se il modo di ‘difendere i diritti dei sardi’ è quello di non costituirsi in giudizio o di ritirare i ricorsi, invitiamo il signor Paci a risparmiarci simili ‘imprese’ perché la Sardegna non ha bisogno di ‘crociati disertori’." (red)
(admaioramedia.it)