Appena insediata in Città, ne aveva parlato il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, e, nei giorni scorsi in Prefettura a Cagliari, c’è stata la firma di un Protocollo d’intesa per il contrasto della contraffazione e dell’abusivismo commerciale, sottoscritto dalle Prefetture di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari, dall’Ufficio scolastico regionale, l’Anci, dai Comuni di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Carbonia, Iglesias, Sanluri, Villacidro, Lanusei, Tortolì, Olbia, Tempio Pausania, e dai presidenti di Unioncamere, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cfa.
“Con il mutato contesto socio-economico – ha sottolineato il prefetto Perrotta – l’aggravarsi e la diffusione di varie forme di illegalità sollevano una crescente domanda di sicurezza dei cittadini a cui bisogna rispondere attraverso l’azione congiunta di più livelli di governo ed individuando nuove strategie tra Prefetture, rappresentanti della Regione e degli Enti locali e società civile che consentano non solo di rispondere a quelle manifestazioni di criminalità diffusa e di illegalità che vanno diffondendosi specialmente nei contesti urbani ma anche a prevenire ed arginare quei fenomeni patologici che, incuneandosi nella vita di una comunità, possono minarne alla base la legittimità e l’azione, diffondendo nella cittadinanza sfiducia nelle istituzioni e disaffezione alla partecipazione alla vita politica”.
Perciò, considerato “il danno economico che penalizza le imprese che lavorano nella regolarità – hanno scritto i firmatari in un nota congiunta – si è deciso di dare una svolta al lassismo che finora ha permesso al mercato nero di espandersi in ogni settore. Perché non c’è solo la merce contraffatta, ma anche l’ambulantato dilagante che ormai è diventato l’alternativa alla carenza di lavoro e l’abusivismo delle professioni che è diventato ormai la prassi soprattutto nel settore estetico e nella ristorazione. Tutto ciò non soltanto toglie una buona fetta di introiti ai commercianti regolari, ma anche alle casse dello Stato e quindi anche su tutti i cittadini su cui viene ridistribuito il mancato gettito”. Il Protocollo prevede vigilanza più stretta e controlli in collaborazione tra le istituzioni; campagne di sensibilizzazione, formazione dei giovani nelle scuole e delle piccole e medie imprese per la diffusione della cultura della legalità; collaborazione con le associazioni di categoria e con le organizzazioni no profit per scoraggiare comportamenti illeciti;attivare percorsi di legalità per immigrati.
“La lotta alla contraffazione e all’abusivismo deve partire anche dalla prevenzione e dalla formazione dei giovani – ha sottolineato Marco Sulis, presidente di Confesercenti Sardegna – Alle firme e alle buone intenzioni devono seguire i fatti e ridare ordine in tutti i settori del commercio”.
“Dobbiamo essere tutti consapevoli che qualsiasi intervento normativo e/o regolamentare o qualsiasi accordo si voglia prevedere o fare per il comparto commerciale, verrà comunque vanificato dall’assenza cronica di controlli concreti sul fronte dell’abusivismo – ha commentato il direttore regionale di Confesercenti, Gian Battista Piana – Il fenomeno dell’abusivismo, infatti, ha assunto dimensioni talmente importanti da creare danni al comparto in misura non inferiore a quanto possa fare la stessa crisi dei consumi. La palla ora è in mano alle amministrazioni comunali che più di tutti, se solo volessero, e sottolineo il volessero, hanno gli strumenti per incidere in modo serio sul fenomeno. Su ogni attività regolarmente registrata, ce ne sono almeno 1,2 abusive”. (red)
(admaioramedia.it)
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