L’idea è partita dall’assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda: cedere una parte delle quote di Abbanoa ad un fondo di investimento, senza, comunque, far perdere a Regione e Comuni il controllo della società idrica.
“L’ingresso di capitali privati potrebbe dare una soluzione ad interventi indispensabili per avere un sistema idrico efficiente – ha spiegato Maninchedda – Una piccola quota di capitale sociale con la certezza che tutte le decisioni e gli indirizzi restino nelle mani degli attuali azionisti. Le risorse per gli investimenti in questo momento sono esaurite, anche perché lo Stato non versa un euro per tutto il sistema idrico”. Ma non è piaciuta a Marco Pau (segretario Rossomori), Gavino Sale (presidente Irs), Luca Pizzuto (segretario Sel), Antonio Satta (segretario Upc), e Gianfranco Lecca (segretario Psi), che hanno preso carta e penna ed hanno scritto al presidente Pigliaru per esprimere il loro dissenso: “Caro Presidente, questo genere di operazioni, cioè l'avvio della privatizzazione dell'acqua, non sta nei programmi sui quali si è costituita la coalizione di centrosinistra, sovranista e indipendentista – si legge nella missiva – Non ci risulta che le forze politiche facenti parte della coalizione, siano state interpellate affinché potessero pronunciarsi su una questione così delicata. E se fosse in ipotesi tale decisione, che non ci ha visto coinvolti, non sarebbe dai nostri partiti in alcun modo condivisa o condivisibile. Non potremo mai accettare di mettere in discussione il governo pubblico dell'acqua, bene comune del Popolo Sardo. Le chiediamo ogni più fermo e urgente intervento al fine di garantire che nessuna operazione di cessione di quote azionarie di un bene comune come l'acqua possa realizzarsi. Le chiediamo inoltre di garantire che nessuno possa ritenere di poter operare sciolto da qualsiasi vincolo di coalizione e di solidarietà di maggioranza. Specialmente in materia che potrebbe, ove si fosse proceduto o si procedesse, mettere in discussione la base della coalizione che ci vede leali partecipi”.
La proposta era già stata bocciata anche da un consigliere di opposizione, Ignazio Locci (Forza Italia): "Ogni tanto qualcuno ci prova e, in difficoltà nella gestione dell’acqua a causa dei limiti imposti dall’Ambito unico, rispolvera la possibilità che alcune quote di Abbanoa possano essere cedute. Un’ipotesi infausta da scongiurare innanzitutto perché deve restare fermo il principio secondo cui l’acqua è una risorsa pubblica, e come tale va considerata, dalla fonte al rubinetto. In secondo luogo perché l’avvento di soggetti privati potrebbe condurre a un ulteriore aumento delle tariffe". (red)
(admaioramedia.it)
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