Nei giorni scorsi, Fratelli d’Italia aveva lanciato una proposta sulla gestione del servizio idrico in Sardegna, ieri è arrivata la pesante sanzione (oltre un milione di euro) ad Abbanoa da parte dell’Antitrust per alcune pratiche commerciali scorrette ed inefficaci nei confronti di numerosi consumatori: “Ora tocca ad Abbanoa pagare una maxi 'bolletta' ed Il Consiglio regionale non ha più scuse per non approvare la nostra proposta che cambierà la carta dei servizi dell’ente unico del servizio idrico sardo”, hanno detto i consiglieri regionali Paolo Truzzu e Gianni Lampis, ricordando la proposta sulle nuove modalità di slaccio delle utenze Abbanoa per morosi incolpevoli; sull’abbassamento dal 40% al 15% della cifra esigibile per un riallaccio e sulla dilazione sino a 60 rate del dovuto; sulla creazione di un fondo di solidarietà per le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà.
“L’acqua è un bene primario – hanno sottolineato i due esponenti di FdI – chi si trova in oggettiva difficoltà economica o per anni non ha ricevuto le bollette, non può essere costretto a pagare cifre fuori portata, pena la privazione di un servizio fondamentale. Gli slacci delle utenze devono avvenire solo in casi di effettiva morosità. Ma anche lo stesso gestore idrico avrà i suoi benefici: con le modifiche proposte e con il fondo di solidarietà sarà più facile ottenere i pagamenti richiesti e avere un flusso in cassa continuo”.
Secondo il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, la multa comminata dall’Antitrust sancisce “il fallimento di un sistema idrico basato su un unico ambito territoriale sovradimensionato, affidato ad un’azienda che, seppure finanziata con soldi pubblici, opera in regime privatistico, e apre scenari inquietanti sul modo in cui la società ha operato per cercare di risanare i propri bilanci ed evitare così il fallimento giudiziario. Si è aperta un’autostrada alle richieste di risarcimento, che arriveranno a centinaia. E’ evidente che il sistema non sta in piedi: l’azienda è strutturalmente in perdita e finora si è retta solo grazie ad acrobazie contabili e all’incremento artificioso delle entrate, praticato con invenzioni come quella delle ‘perdite occulte’ che da anni stanno seminando il terrore in tutta l’Isola proprio perché, in quanto ‘occulte’, possono essere contestate a chiunque senza alcuna necessità, per il gestore, di dimostrare la loro reale esistenza e portare all’emissione di fatture a quattro zeri per dell’acqua mai consumata. Prima che il disastro finanziario di Abbanoa si abbatta sui suoi azionisti, vale a dire Regione e Comuni, bisogna urgentemente ripensare l’intero sistema di gestione delle acque. I Comuni devono tornare ad essere protagonisti, all’interno di ambiti territoriali di dimensioni ridotte e perciò più governabili”. (red)
(admaioramedia.it)
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