“Abbanoa si sarebbe salvata dal fallimento per insolvenza senza i ricavi indebiti ottenuti attraverso le ‘pratiche commerciali scorrette’ sanzionate dall’Antitrust?” Lo ha chiesto il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, in un’interpellanza rivolta al Presidente della Regione ed all’Assessore regionale dei Lavori Pubblici per chiarire la reale situazione finanziaria e patrimoniale del gestore del servizio pubblico integrato in Sardegna. Lo scorso 16 settembre dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, rilevando “una lunga serie di pratiche commerciali ritenute scorrette”, comminò ad Abbanoa una sanzione da 1.080.000 euro, oltre all’imposizione di definire le pratiche 'anomale' entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento. Secondo l’Antitrust, le ‘pratiche commerciali scorrette’ sono iniziate nel 2011 ed in almeno due casi specifici (cosiddette ‘perdite occulte’ e trattamento non corretto dei reclami) sarebbero ancora in essere.
Dedoni ricorda che a partire dal 2012 la situazione finanziaria e patrimoniale di Abbanoa “è stata a più riprese oggetto di indagini delle Procure della Repubblica di Cagliari e di Nuoro, fino alla richiesta di apertura della procedura fallimentare per insolvenza avanzata nel gennaio del 2014 e ritirata nel luglio seguente” e che “sarebbero in corso inchieste di natura penale aventi oggetto numerose violazioni, alcune delle quali finalizzate ad occultare o travisare il dissesto finanziario in ed evitare così l’esito negativo della procedura fallimentare”. Nonché, un ulteriore procedimento, dell’Autorità per Energia elettrica, gas e sistema Idrico che vede Abbanoa rischiare ulteriori sanzioni per violazioni della regolazione tariffaria: dai controlli della Guardia di Finanza, all’inizio di dicembre dello scorso anno, “sarebbero emerse irregolarità nelle comunicazioni patrimoniali trasmesse all’Autorità al fine della determinazione delle tariffe”, oltre ad “un’indebita maggiorazione del deposito cauzionale richiesto agli utenti”.
“La Regione – ha evidenziato l’esponente dei Riformatori – non può esimersi dall’occuparsi delle preoccupanti vicende di Abbanoa. Anche in qualità di socio è tenuta, al fine di tutelare il valore dei propri investimenti, a fare quanto in proprio potere affinché la gestione della società sia la più efficiente ed efficace possibile, affinché i conti societari siano in ordine e affinché l’azienda si trovi in condizioni di piena operatività. Un’eventuale interruzione del servizio comporterebbe, oltre agli ovvi disagi per la popolazione, immediati e gravissimi problemi di ordine pubblico”.
Nell’interpellanza, Dedoni chiede al presidente Pigliaru ed all’assessore Maninchedda se, trascorsi i trenta giorni concessi dall’Antitrust, le ‘pratiche commerciali scorrette’ siano cessate; se è stato quantificato l’ammontare degli introiti percepiti da Abbanoa con tali pratiche; se, sottraendo dai bilanci societari tali introiti, si sarebbe ugualmente arrivati al ritiro della richiesta di fallimento; come si intende trovare la copertura finanziaria per le richieste di risarcimento che faranno seguito alla decisione dell’Antitrust; cosa si intende fare affinché la pesante multa non porti a modificazioni nelle tariffe o ad ulteriori ’pratiche commerciali scorrette’. (red)
(admaioramedia.it)
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