Il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per celebrare la memoria degli oltre 10.000 italiani trucidati sul confine orientale e gettati dentro le foibe, tra il 1943 e il 1945, nel nome di una pulizia etnica attuata contro gli Italiani, e di ricordare i 350.000 italiani costretti all'esilio dalle terre natie di Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla repressione dei partigiani slavi comunisti, è stato celebrato a Quartu Sant'Elena con un Consiglio comunale straordinario con la testimonianza della figlia di una donna internata in un campo di concentramento e con le immagini di un film che racconta la storia di un omosessuale internato. (red)
Questo 10 febbraio è passato via così, sobriamente, in un’atmosfera ovattata di understatement che ben si addice ad una celebrazione profondamente sentita e rigorosamente non ideologica come il “Giorno del Ricordo”: tuttavia, rimane nell’aria come un senso di incompiutezza, la sensazione che si sarebbe potuto fare di più.
In fondo, il 10 febbraio è un momento di riflessione su tutti i totalitarismi e su tutte le oppressioni: va da sé che un’idea quanto più possibile inclusiva di questa ricorrenza non possa che contribuire alla crescita della coscienza civile della popolazione di Quartu Sant’Elena. Perciò, senza remore, propongo, per il prossimo 10 febbraio, di non citare, nemmeno di passaggio, foibe, esodo e simili antiquate chincaglierie sciovinistiche, per estendere l’ormai obsoleto concetto di memoria nazionale ad un più democratico e variopinto ideale universale. Inviteremo, dunque, un esapode transgenico dal pianeta Beta-21, che ci parlerà della dura lotta degli esapodi contro l’esapodofobia; canterà per noi una giovane band gitana della Bassa Rutenia, che si esibirà, nel corso della performance, in uno scassinamento simulato di un monolocale; interverrà, infine, il celebre regista samoiedo Vassilij Deboshenko, autore dell’immortale pellicola “Vomitando il cane salato” e noto ben oltre i confini della Kamchatka per il suo impegno in difesa delle tradizioni alimentari siberiane.
Insomma, è tempo che la nostra bella Isola si scrolli di dosso tutti i pregiudizi e i retaggi del passato e si apra ad una visione globale, equa, solidale, arcobaleno, pacifica, intersessuale, interrazziale, interplanetaria, dell’esistenza. Quanto alle foibe, in fondo, erano solo fascisti, e nemmeno tanto italiani, se vogliamo dirla tutta: basta con questo inutile “Giorno del Ricordo”! Dall’anno prossimo, Quartu Sant’Elena, prima in Italia, celebrerà l’innovativo e multiculturale “Giorno del Balordo”.
Marco Cimmino
(admaioramedia.it)
3 Comments
Bruno Desogus
Bruno Desogus liked this on Facebook.
Rosalba Serra
Rosalba Serra liked this on Facebook.
Antonio Caro
Antonio Caro liked this on Facebook.