Secondo me è una vergogna, uno schiaffo a chi vorrebbe credere nei valori della Chiesa. Il prossimo 17 aprile, nella basilica di Sant’Elena a Quartu Sant’Elena, saranno celebrate le Comunioni. Evento che dovrebbe essere, e dico dovrebbe essere, un simbolo religioso garantito a tutti i bambini che hanno abbracciato la religione Cattolica.
Ma quando una Chiesa impone un abitino uguale per tutti (tra l’altro con tessuti e rifiniture scadenti) da acquistare ad un costo di 40 euro o a noleggio ad un costo di 15 euro, più il costo della tintoria per renderla pulita ed una quota di 25 euro a bambino (i bambini che faranno la Comunione superano il numero 100 di molto) per l’acquisto dei fiori per il giorno delle cerimonia, la domanda sorge spontanea: alla prima Comunione hanno diritto tutti i bambini che credono o solo quelli che in termini economici se lo possono permettere?
In un momento di crisi come questo, dove molti genitori hanno perso il lavoro o ne hanno uno che gli permette solo di sopravvivere dignitosamente questo è un esempio di carità cristiana? Di Chiesa che accoglie i bisognosi? Ogni domenica sono in Chiesa e vedo l’altare lussuosamente adornato di fiori, ma se si celebrano così le Comunioni, dove a provvedere devono essere i genitori, con tanto di resto mancia, e l’abitino in affitto che invece dovrebbe essere messo a disposizione dei bisognosi, diventano un commercio.
Sonia Leoncelli
(admaioramedia.it)
32 Comments
Sandra Cinus
Non è proprio così ,non ci sono imposizioni, i bimbi vestiti tutti uguali sono più belli .gli abiti si lavano anche a casa (io non ho avuto nessun problema non c’ è quasi. bisogno di stirare ).se si ha difficoltà economiche non ti chiedono niente se puoi dai se no no! !
Maria Bonaria Usalla
Ogni anno la stessa storia..
Nicola
Non per difendere la linea della parrocchia, ma la scelta della vestina è per uniformare i bambini, affinché si evitino spiacevoli paragoni tra bambini provenienti da famiglie più o meno agiate. Anche perché queste occasioni diventano, spesso e volentieri, pagliaccesche sfilate di moda. Inoltre, vi sono vestine più o meno decorate, più o meno economiche. Inoltre, è risaputo che la parrocchia è sempre andata incontro a chiunque ha serie difficoltà economiche, talvolta condonando la somma. Si fa presto a scrivere articoli/lettere tendenziosi tralasciando alcune verità.
Rita Denotti
Questo articolo è una grandissima stronzata perché probabilmente quelli che si lamentano sono forse gli stessi che hanno acquistato delle mises pompose per le loro bambine, prenotato un ristorante di gran lusso per festeggiare la “sposanza” … ops … la Prima Comunione dei loro pargoletti … cara Sonia Leoncelli, hai scritto delle fesserie sesquipedali, perché nessuno obbliga nessuno, la vestina affittata per 15 euro mi pare più che ragionevole, magari si può fare anche in casa con l’aiuto di qualcuno che sa cucire! Basta dire queste cose alla catechista e credo che nessuno, se il bambino è bisognoso, abbia nulla da ridire! A meno che non sia una questione di risparmio solo per quanto riguarda il Sacramento!strintusu in su poddini e largusu in sa farra!Per i fiori posso anche essere d’accordo … ma mi pare più una posizione dettata dalla demagogia che da un vero interesse per la questione!
Ad Maiora Media
Non è un articolo (on line è difficile distinguerli, mentre nel giornale è nella rubrica APERTIS VERBIS riservata ad interventi esterni alla Redazione), bensí la lettera di una lettrice che espone il suo punto di vista, che legittimamente può non essere condiviso…
Sonia Leoncelli
Gentile signora Rita forse la sua voglia di rispondere con saccenza non le ha permesso di leggere attentamente….il problema non è l’abito uguale per tutti che trovo una scelta più che giusta ma ciò che “gli gira intorno “per così dire…..lo ha detto lei stessa se uno può fare diversamente….quindi se non può fare diversamente deve accettare necessariamente determinate condizioni..e questo non è una forma di obbligo vero? Se uno è in difficoltà quindi secondo lei si dovrebbe anche umiliare a
chiedere per cortesia di poter far fare al proprio figlio la Comunione anche se non può “pagarla”? Le vestine in affitto non dovrebbero essere messe a disposizione geatuitamente a chi ne ha bisogno? E mi dica …..quanto pensa che costi un addobbo floreale in chiesa per una Comunione? Se in quella giornata non si celebrassero le comunioni la Chiesa non sarebbe addobbata di gran lusso lo stesso? Il mio naturalmente è solo un punto di vista….ma lei mi permetta….forse ha risposto solo cosi …per criticare….
Sonia Leoncelli
P.s. come mai una Chiesa a Quartu con 25 euro mette a disposizione vestina in affitto con pulizia compresa e quota per i fiori????
Rita Denotti
http://www.parrocchiasantelena.com/2016/03/24/comunioni-2016/
Daniela Salis
Anch’io sono una parrocchiana , e quando hanno fatto la comunione miei figli avrei preferito la vestima. 15 euro è una cifra decente, per il lavaggio si va in una lavanderia non in gioielleria…
Alessandro Solla
Mi sa che ormai un po’ tutti i sacramenti e feste ( religiose e non) sono diventatate commercio
Rita Denotti
http://www.parrocchiasantelena.com/2016/03/24/comunioni-2016/
Sonia Leoncelli
Ecco senza chiedere 25 euro in busta chiusa con su scritto il nome del bambino mi sembra più giusto….
RITA
Condivido il commento di Nicola. Aggiungo che la Comunione non è un "simbolo religioso" come la definisce l'autrice dell'articolo, bensì un importantissimo SACRAMENTO.
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